La mozione di sfiducia per Daniela Santanchè è stata bocciata con 206 contrari, 134 favorevoli e un astenuto. La ministra del turismo è stata invitata a chiarire la sua posizione riguardo al caso Visibilia, per il quale è stata rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio, e si attende anche l’esito delle indagini sulla presunta truffa all’Inps.
La Camera respinge la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè
L’Aula della Camera ha respinto la mozione di sfiducia, proposta dal Movimento Cinque Stelle e sostenuta dal Partito Democratico, Italia Viva, Azione e Alleanza Verdi e Sinistra, contro la ministra del Turismo, Daniela Santanchè.
“Desidero affrontare con la massima trasparenza le questioni sollevate, ribadendo il mio impegno verso le istituzioni, il mio giuramento prestato nelle mani del Presidente della Repubblica il 22 ottobre del 2022, il rispetto per la magistratura, ma anche per i principi fondamentali del nostro ordinamento”, ha dichiarato la ministra in Aula.
Nel suo discorso, la Santanchè ha dichiarato di trovarsi oggi a rispondere per la seconda volta a una mozione di sfiducia, sebbene questa riguardi fatti, ancora da verificare, precedenti al suo giuramento da ministro.
“Io non mi sento sola, anzi: ringrazio i tanti colleghi che sono con me. E non mi sento sola neanche in Italia perché nella battaglia del garantismo ci sono la maggioranza degli italiani”, ha sottolineato.
Ha dichiarato di voler difendersi nel processo e di farlo con dignità in ogni sede giudiziaria, rispettando i ruoli. Ha aggiunto che ci vuole una grande forza per non impazzire e per continuare la battaglia, una forza che, secondo lei, le viene dalla sua famiglia, dai suoi fratelli, dal figlio e dal compagno.
“Credo che la gogna mediatica e le paginate sui giornali devastino ancora prima del processo la vita delle persone con cicatrici che non si rimarginano. L’ergastolo mediatico rimarrà per tutta la vita, viviamo al tempo dei social, è un fine pena mai”.
Durante un momento del suo intervento, le proteste nell’Aula della Camera sono diventate più forti tra i banchi dell’opposizione:
“Sono l’emblema di ciò che detestate. Non ho nessun problema a dirlo qua in un’Aula del Parlamento: ebbene sì, ho una collezione di borse. Mio padre mi ha insegnato che si ruba solo quello che si nasconde e io non ho nulla da nascondere. Voi non volete combattere la povertà, volete combattere la ricchezza”.
Daniela Santanchè ha poi sottolineato che il suo coinvolgimento nella presunta truffa allo Stato delle sue aziende riguardo alla cassa Covid si è limitato a decidere, come quasi tutte le aziende italiane, di accedere a tale beneficio per tutelare i posti di lavoro. Ha aggiunto che non sarà questo Parlamento a decidere e ha espresso fiducia nella magistratura, affermando che si vedrà come evolverà la situazione.
Daniela Santanchè e l’ipotesi di dimissioni
Nel suo intervento finale alla Camera, la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha lasciato intendere che potrebbe valutare le dimissioni nel caso venisse rinviata a giudizio nel processo a suo carico a Milano, relativo all’accusa di truffa all’Inps sui fondi Covid. L’udienza preliminare di questo processo è prevista per il 26 marzo.
“Ho una certezza, che i vostri attacchi e la vostra persecuzione non finiranno qui. Sono quella persona da combattere e da fare fuori, ma ho un’altra consapevolezza, che a breve ci sarà un’altra udienza preliminare. Finora abbiamo sentito solo l’accusa. In quell’occasione farò una riflessione per poter anche valutare delle mie dimissioni. Valuterò le mie dimissioni da sola, solo con me stessa, guidata solo dal rispetto per il presidente del Consiglio, per la maggioranza ma soprattutto dall’amore che nutro per il mio partito, Fratelli d’Italia, per cui non vorrei mai essere un problema, ma vorrei continuare a essere una risorsa”.
Tra i banchi del governo assenti la premier Giorgia Meloni e i vice Antonio Tajani e Matteo Salvini.