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Una storia di speranza e disperazione
La vita di Assunta Giorgilli è stata stravolta dalla detenzione del marito, Maurizio Cocco, un ingegnere di 62 anni, che da oltre due anni si trova in carcere in Costa d’Avorio. La sua storia è un esempio di come la burocrazia e le difficoltà diplomatiche possano influenzare le vite delle persone comuni. Assunta, visibilmente provata, ha dichiarato: “Non può morire lì dentro, mio marito deve essere curato”. Le sue parole esprimono un dolore profondo e una determinazione che non sembra affievolirsi, nonostante le avversità.
Condizioni disumane in carcere
Le condizioni di detenzione di Maurizio sono descritte dalla moglie come estremamente dure. “Spesso non ha nemmeno acqua per lavarsi”, ha raccontato Assunta, evidenziando la gravità della situazione. La mancanza di cure adeguate e di un ambiente dignitoso ha portato a un deterioramento della salute dell’ingegnere, rendendo la sua situazione ancora più critica. Assunta ha cercato di attirare l’attenzione delle autorità italiane, scrivendo al premier e al ministro degli Esteri per chiedere un intervento. “Abbiamo chiesto che il governo si comporti come ha fatto con altri cittadini italiani riportati in patria”, ha aggiunto, sottolineando l’urgenza della situazione.
Un appello alle istituzioni
La lotta di Assunta non è solo personale, ma rappresenta anche una questione di giustizia e diritti umani. La sua richiesta di aiuto è un appello a tutte le istituzioni affinché non dimentichino i cittadini italiani in difficoltà all’estero. La moglie di Maurizio ha espresso la sua frustrazione per la mancanza di risposte concrete da parte delle autorità, evidenziando come la burocrazia possa ostacolare la giustizia. “Non vogliamo che nostro marito venga dimenticato”, ha affermato, chiedendo un’azione immediata per garantire il suo ritorno in Italia.
La speranza di un ritorno
Nonostante le difficoltà, Assunta continua a sperare in un esito positivo. La sua determinazione è un faro di luce in un momento buio. La comunità italiana e le associazioni per i diritti umani stanno seguendo da vicino la situazione, offrendo supporto e solidarietà alla famiglia Cocco. La storia di Maurizio è un promemoria della fragilità della libertà e dell’importanza di non perdere mai la speranza, anche quando le circostanze sembrano insormontabili.