Il bracciante agricolo, indiano di 31 anni, è morto mercoledì, 19 giugno, all’ospedale San Camillo di Roma: era giunto in condizioni disperate dopo che nei campi della campagna di Latina, un macchinario a rullo trainato da un trattore gli aveva strappato un braccio. In queste ore sono arrivati i primi risultati dell’autopsia: la morte sarebbe legata a dissanguamento.
L’autopsia sul corpo del giovane bracciante
L’autopsia, eseguita a Roma, disposta dalla Procura della Repubblica di Latina, afferma che il decesso è stato causato da dissanguamento dovuto alla recisione delle vene del braccio rimasto incastrato nel macchinario, un dissanguamento però che è peggiorato con il ritardo dei soccorsi.
Il datore di lavoro, Antonello Lovato, invece di soccorrere il bracciante lo avrebbe abbandonato davanti alla sua abitazione, a circa sette chilometri di distanza dal luogo dell’incidente: trasportato con un pulmino, con il braccio tranciato posizionato in una cassetta, utilizzata per la raccolta degli ortaggi.
L’indagine sul datore di lavoro
Per la morte di Satnam è indagato Antonello Lovato, titolare dell’azienda agricola in cui il lavoratore, assieme alla moglie Sony, lavorava senza contratto per una paga di 4 euro all’ora.
Le ipotesi di reato nei suoi confronti sono omissione di soccorso e omicidio colposo. Stando ai primi risultati dell’autopsia sarebbe confermata l’ipotesi degli inquirenti, il giovane lavoratore poteva essere salvato.