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Kekko dei Modà furioso con Tony Effe: "Parla delle donne come se fossero cacche di cane"

Kekko dei Modà Tony Effe

Sanremo si avvicina e scoppiano le prime polemiche: Kekko dei Modà critica Tony Effe per i suoi testi

Tony Effe è stato duramente criticato da Kekko dei Modà. In un’intervista rilasciata a Repubblica, il cantante ha deciso di intervenire sulle recenti polemiche che hanno travolto il trapper italiano, esprimendo senza mezzi termini il proprio punto di vista.

Kekko dei Modà attacca Tony Effe

Le polemiche non si placano dopo la decisione del sindaco Gualtieri di escludere il trapper dal concertone di Capodanno al Circo Massimo, a causa dei testi delle sue canzoni, giudicati “maschilisti e misogini”. In queste ultime ore il frontman dei Modà ha preso posizione:

Non avrei invitato a Sanremo chi parla delle donne in modo sconsiderato. Non si tratta di colpevolizzare lui, ma della responsabilità di essere cantautore”.

Kekko dei Modà ha raccontato un episodio riguardante sua figlia Gioia, di 13 anni, che un giorno gli ha posto domande su testi esplicitamente volgari, chiedendogli spiegazioni su frasi dal contenuto discutibile ascoltate in alcune canzoni. Inoltre, il cantante ha raccontato un aneddoto riguardo a una discussione avuta con un’amichetta di sua figlia, fan di Tony Effe.

“Ero in macchina con Gioia e un’amichetta, fan di Tony Effe. Chiedevo: cosa ti piace? Parla delle donne come se fossero cacche di cane sul marciapiede, vorresti essere considerata così?”.

Kekko dei Modà e le polemiche dopo il caso Tony Effe

Kekko dei Modà ha spiegato che la questione non riguarda colpevolizzare Tony Effe, ma piuttosto la responsabilità che deriva dall’essere un cantautore. Secondo lui, il problema non sono le parolacce, dato che anche artisti come Ghali ne usano alcune, ma lo fanno con la capacità di comunicare messaggi profondi e positivi.

Ha citato Vasco Rossi come esempio di un artista capace di far tremare il cuore con le sue parole. Al contrario, ha sottolineato come troppi contenuti in circolazione rischino di trasmettere ai giovani l’idea che le donne possano essere maltrattate.