Antonio Tajani, nel suo intervento al Meeting di Rimini, è tornato a parlare dello ius scholae, insistendo sulla possibilità di introdurlo.
Ius Scholae: Tajani insiste sulla possibilità di introdurlo
“Torno sullo ius scholae: perché io dico che bisogna andare avanti? Non perché sono un pericoloso lassista che vuole aprire le frontiere a cani e porci, ma perché la realtà italiana è questa e dobbiamo pensare a quello che sono gli italiani oggi” ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento al Meeting di Rimini. Il ministro ha sottolineato che insiste sulla formazione, sull’identità e sulla cultura perché se si accetta di essere europeo è perché dentro si hanno determinate convinzioni e valori.
“Se poi i tuoi genitori sono nati a Kiev, La Paz o Dakar è la stessa identica cosa” ha aggiunto Tajani. “Io preferisco quello che ha i genitori stranieri e canta l’inno di Mameli all’italiano da sette generazioni che non lo canta” sono state le parole del vicepremier, che ha dichiarato di non voler parlare degli africani che possono diventare cittadini italiani perché qualcuno si arrabbierebbe.
Antonio Tajani: “Non usare Berlusconi per fare polemiche politiche”
La Lega, contraria allo ius scholae, ha replicato sui social condividendo un video di Silvio Berlusconi quando ospite di Fabio Fazio aveva dichiarato di essere contrario. “Io conosco il pensiero di Berlusconi e non credo che Berlusconi debba essere utilizzato per fare polemiche politiche” ha risposto Antonio Tajani, che ha sottolineato di non voler fare polemica con nessuno ma di sapere quello che diceva Berlusconi, che si riferiva a un corso di studio di cinque anni.
“Per noi non basta avere avuto l’iscrizione per cinque anni, noi diciamo che serve un corso di studio completo, cioè frequentare la scuola dell’obbligo fino a 16 anni, con il raggiungimento del titolo che dimostri di fatto la conoscenza e lo studio della cultura italiana” ha aggiunto il ministro.