> > L'Italia triplica i fondi alla NATO: oltre un miliardo per le forze speciali

L'Italia triplica i fondi alla NATO: oltre un miliardo per le forze speciali

L'Italia aumenta i fondi per la NATO

L’Italia ha aumentato i fondi per le forze speciali impegnate nelle operazioni NATO

Il governo Meloni ha stanziato una cifra record per le forze speciali impegnate nelle operazioni NATO.

L’Italia triplica i fondi alla NATO

L’aumento porta il fondo dedicato a oltre 1,3 miliardi di euro in tre anni, con l’obiettivo di sostenere la “Joint Rapid Response Force”, l’unità di dispiegamento rapido della NATO. Quest’ultima, capace di intervenire entro 48 ore in situazioni di emergenza, vedrà l’Italia alla guida dal 2024, dopo Germania e Regno Unito. Dietro la decisione si intravede un chiaro segnale politico, destinato non solo a Washington, ma anche a Kiev e Mosca, nel contesto della guerra in Ucraina e delle tensioni crescenti in Europa dell’Est.

La decisione del Governo

Palazzo Chigi ha definito la misura come strategica per rafforzare il fianco orientale dell’Alleanza, un punto nevralgico alla luce delle crescenti minacce provenienti da Mosca. L’iniziativa è stata perfezionata nel corso delle riunioni sulla legge di bilancio, con la premier Giorgia Meloni, il ministro della Difesa Guido Crosetto e il titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti. La manovra prevede un significativo incremento rispetto ai precedenti stanziamenti. I fondi annuali per il triennio 2024-2026, inizialmente fissati a 156 milioni, balzeranno a 550 milioni all’anno fino al 2027.

Il ruolo dell’Italia nella NATO

L’Italia si prepara a guidare la “Very High Readiness Joint Task Force” della NATO, un ruolo di primo piano che implica responsabilità crescenti. La fase operativa del 2025 sarà cruciale, con le unità speciali pronte a rispondere a ogni eventuale escalation. L’emendamento alla legge di bilancio include risorse anche per affrontare emergenze legate agli attacchi nel Mediterraneo, come quelli condotti dagli Houthi. Non mancano però le criticità. Raggiungere l’obiettivo del 2% del PIL in spese per la difesa entro il 2028 resta una sfida ambiziosa, come evidenziato da Giorgetti. Tuttavia, il governo Meloni prosegue su questa strada, consapevole che la stabilità europea potrebbe richiedere un maggiore impegno autonomo, specialmente in un contesto di incertezze legate a un possibile ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.