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Nel suo intervento alla Camera dei Deputati, il ministro della Difesa Guido Crosetto, ha confermato il pacchetto di aiuti militari a Kiev.
L’Italia conferma gli aiuti militari all’Ucraina
“È giunto il momento che la diplomazia apra la strada alla pace tra Russia e Ucraina” ha dichiarato all’Aula di Montecitorio, aggiungendo che il fermo sostegno dell’Occidente è fondamentale per garantire un negoziato serio. Durante il suo discorso Crosetto ha constatato che la controffensiva ucraina del 2023 non ha prodotto i risultati sperati e che la situazione militare deve essere vista con realismo. Il mese scorso il governo ha approvato un decreto che consente di continuare a inviare forniture belliche all’Ucraina fino alla fine del 2024. Crosetto ha sottolineato, inoltre, che qualsiasi trattativa di pace deve riconoscere chiaramente l’aggressione della Russia all’Ucraina nel febbraio 2022. “La piena integrità territoriale e il riconoscimento dei confini dell’Ucraina restano l’obiettivo di tutta la comunità internazionale“, ha commentato.
La via diplomatica
Mosca si sta progressivamente dimostrando disponibile a negoziare, soprattutto per salvaguardare la propria economia. La Russia si è detta pronta ai colloqui di pace se l’Ucraina terrà conto delle “nuove realtà“, ossia che circa 17,5% del territorio è sotto il controllo del Cremlino. Il Presidente Volodymyr Zelensky, tuttavia, ha respinto l’idea che Putin sia interessato alla pace, dichiarando all’Economist che la Russia accetterebbe un cessate il fuoco nei combattimenti solo se avesse bisogno di una pausa per rifornire gli armamenti e l’esercito.
L’asse Mosca – Pongyang
Decine di Paesi si sono uniti all’Ucraina e agli Stati Uniti nella ferma condanna dei rapporti tra la Corea del Nord e la Russia, che avrebbero violato le molteplici risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite imposte dal 2006 in risposta al programma di armi nucleari del Paese asiatico. In una dichiarazione congiunta, il capo della politica estera dell’Unione Europea Josep Borrell, il Segretario di Stato americano Antony Blinken e i ministri degli Esteri di circa 47 Paesi, tra cui Argentina, Australia, Guatemala, Giappone e Corea del Sud, hanno aspramente criticato i presunti trasferimenti di armi tra Pongyang e Mosca, che sarebbero state impiegate nei recenti attacchi russi.