Israele si sta preparando a una possibile rappresaglia da parte di Iran e Hezbollah, prevista nei prossimi giorni.
Secondo il Canale 12 del Paese, l’apparato di sicurezza israeliano è in stato di “massima allerta” e si sta preparando a possibili attacchi provenienti da “diversi fronti”. Le forze di difesa israeliane stanno considerando vari scenari e strategie per rispondere a queste minacce.
Gli USA pronti a intervenire
Inoltre, una coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti è pronta a intervenire per intercettare e contrastare qualsiasi attacco che possa minacciare Israele. Questo impegno internazionale aggiunge un ulteriore livello di protezione per il paese.
La leadership israeliana sta valutando come rispondere a eventuali attacchi, inclusa la possibilità di una risposta su vasta scala, se necessario. Questo indica una preparazione per una potenziale escalation del conflitto.
Nel frattempo, il quotidiano iraniano ultraconservatore Kayhan ha allertato che, rispetto all’attacco dello scorso aprile, il prossimo raid potrebbe colpire obiettivi strategici come le città di Tel Aviv e Haifa, e le abitazioni di funzionari israeliani.
Netanyahu Rifiuta l’Accordo: Ira di Gallant e del Capo delle Idf
Secondo il Times of Israel, Yoav Gallant e Herzi Halevi hanno spinto Benjamin Netanyahu a raggiungere un accordo con Hamas, ma l’incontro si è concluso con la constatazione che il primo ministro non sembra al momento intenzionato a proseguire in tale direzione. Durante una discussione animata, Halevi ha sottolineato che “le condizioni per un accordo esistono” e ha sostenuto che è giusto avviare trattative per ottenere il miglior risultato possibile.
Gallant, rivolgendosi a Netanyahu, ha osservato che “non sarà possibile raggiungere un accordo con le quattro nuove condizioni che hai proposto nella proposta e lo sai”.
Altri rapporti indicano che i negoziatori sono sotto crescente pressione a causa delle discordie tra il primo ministro e i dirigenti della sicurezza.