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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato all’esercito di prepararsi ad evacuare i civili dalla città meridionale nell’ottica di un’offensiva allargata contro il gruppo terroristico.
Netanyahu ordina l’evacuazione dei civili da Rafah
Attualmente circa 1,5 milioni di palestinesi si sono rifugiati a Rafah. La maggior parte è stata sfollata da altre zone della Striscia e vive nelle tende. Washington ha lanciato un monito a Tel Aviv, indicando un’invasione della città come un “disastro“. Joe Biden ha commentato che la decisione dell’omologo israeliano è “una risposta esagerata“, spiegando di aver lavorato duramente “per consentire l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza“. Grande preoccupazione è stata espressa anche dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite. Gli attacchi aerei israeliani di venerdì sull’enclave hanno determinato almeno 15 morti, tra cui otto a Rafah, secondo quanto riferito dal ministero della Sanità, gestito dalle milizie palestinesi.
I piani per Rafah
Il primo ministro israeliano ha chiesto ai funzionari militari di “presentare al gabinetto un piano combinato per l’evacuazione della popolazione e la distruzione dei battaglioni” terroristici. “È impossibile raggiungere l’obiettivo della guerra senza eliminare Hamas e lasciando quattro battaglioni di Hamas a Rafah. Al contrario, è chiaro che l’intensa attività a Rafah richiede che i civili evacuino le aree di combattimento” si legge nella dichiarazione. Gli esperti tuttavia hanno fatto sapere che l’evacuazione totale delle persone dalla città è pressoché impossibile.
Borrell: “Conseguenze catastrofiche”
Venerdì, l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, Josep Borrell, ha condiviso un post sui social in cui dichiarava: “Le notizie di un’offensiva militare israeliana su Rafah sono allarmanti. Avrebbe conseguenze catastrofiche, aggravando la già disastrosa situazione umanitaria e l’insopportabile tributo di civili“. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, aveva invece parlato di “incubo umanitario“. Rafah infatti è l’unico punto di passaggio tra Gaza e l’Egitto ed è da lì che transitano i camion pieni di provviste, medicine e aiuti.