Sono passati ormai 11 mesi da quel tremendo 7 ottobre 2023 in cui i tagliagole di Hamas avevano fatto irruzione in Israele, uccidendo tanti civili e prendendo in ostaggio diverse persone. Da allora, è iniziata una guerra nella Striscia di Gaza che sembra ancora lontana dal potersi concludere. Le operazioni di mediazione per far tornare gli ostaggi sani e salvi a casa procedono, ma stanno vivendo un momento di altissima tensione.
Israele, la minaccia di Hamas e la situazione degli ostaggi
“Netanyahu insiste nel voler liberare i prigionieri attraverso la pressione militare invece di concludere un accordo, il che significherà che torneranno dalle loro famiglie dentro le bare“ – così ha affermato Abu Obeida, il portavoce delle Brigate Ezzedine Al-Qassam, parlando delle nuove indicazioni che sono state date ai militanti che sorvegliano i prigionieri nel caso in cui le truppe israeliane dovessero avvicinarsi.
Israele, le nuove indicazioni ai mujaheddin
“Sono state date nuove istruzioni ai mujaheddin incaricati di sorvegliare i prigionieri riguardo a come comportarsi con loro se l’esercito di occupazione si avvicinasse al loro luogo di detenzione” – ha continuato Abu Obeida, spiegando che Israele può percorrere una strada sola se vuole salvare i prigionieri: il cessate il fuoco.
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