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Un gruppo di circa 20 persone ha preso d’assalto una seduta della commissione parlamentare a Gerusalemme, chiedendo ai legislatori maggiori sforzi per cercare di liberare i loro familiari, secondo quanto riportato da Reuters.
Israele, i parenti degli ostaggi entrano nel Parlamento di Gerusalemme
La mobilitazione messa di atto dai parenti degli ostaggi ancora detenuti da Hamas a Gaza evidenzia la delusione e la rabbia per il recente rifiuto del primo ministro Benjamin Netanyahu di un accordo con il gruppo terroristico. Una donna ha mostrato le foto dei suoi familiari, che erano tra le 253 persone sequestrate negli attacchi di Hamas del 7 ottobre.
Circa 130 ostaggi sono ancora detenuti nella Striscia. Altri manifestanti tenevano in mano cartelli che recitavano: “Non resterete seduti qui mentre loro muoiono lì” e ancora “Rilasciateli ora, ora, ora!“. L’assalto alla Knesset accade dopo che i familiari e i sostenitori degli ostaggi si sono radunati davanti alla casa del primo ministro a Gerusalemme, chiedendo al governo israeliano di trovare urgentemente un accordo per garantire il loro rilascio.
Rifiutato un accordo con Hamas
Gli sforzi degli Stati Uniti, Qatar ed Egitto per trovare una mediazione che metta d’accordo entrambe le parti sembrano ancora lontani. Netanyahu ha ribadito il fatto che l’IDF continuerà il suo operato finché la cellula di Hamas non sarà definitivamente distrutta. Il leader israeliano ha anche sottolineato che non potrà esistere nessuno Stato palestinese finché lui sarà in carica.
Le richieste di Hamas
Il gruppo terroristico ha chiesto che Tel Aviv si ritiri e liberi tutte le migliaia di palestinesi detenuti nelle sue carceri.
In cambio sarebbe disposto a rilasciare gli ostaggi ancora nascosti a Gaza. Washington intanto ha approvato oggi la quinta serie di sanzioni contro Hamas. Il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha spiegato che il pacchetto “prende di mira le reti di scambio finanziari affiliati ad Hamas a Gaza, i loro proprietari e associati“.