Hamas restituirà oggi i corpi di quattro ostaggi uccisi: i due bambini e la madre della famiglia Bibas, insieme a Oded Lifshitz. La conferma è arrivata dall’ufficio del primo ministro di Israele, che ha informato le famiglie.
Israele-Hamas, conferma ufficiale: oggi il rientro dei corpi di Bibas e Lifshitz
L’intero Paese si prepara a ricevere i primi quattro corpi senza vita restituiti dalla fazione palestinese dall’inizio del conflitto, come parte dell’accordo sulla tregua: i gemelli Bibas, diventati simboli nazionali di questa tragedia, la loro madre e l’86enne Oded Lifshitz, rapito in un kibbutz al confine.
“Stiamo riportando a casa quattro dei nostri amati ostaggi, caduti. Abbracciamo le famiglie, e il cuore di tutta una nazione si spezza. E il cuore di tutto il mondo deve spezzarsi, perché qui vediamo con chi abbiamo a che fare”, ha detto il premier Benjamin Netanyahu.
I corpi appartengono a Kfir e Ariel Bibas, rapiti a 9 mesi e 2 anni nel kibbutz Nir Oz con la madre Shiri, e a Oded Lifshitz, pacifista attivo con la gente di Gaza. L’identificazione ufficiale avverrà all’Istituto di medicina forense di Abu Kabir, dove si determinerà anche la causa del decesso, se possibile.
Le autorità israeliane si aspettano che Hamas consegni i quattro corpi al mattino alla Croce Rossa, che li trasferirà alle forze israeliane a Gaza. L’IDF terrà poi una cerimonia militare prima di riportarli oltreconfine con veicoli blindati.
Israele-Hamas: i prossimi ostaggi saranno liberati sabato
Per quanto riguarda gli ostaggi ancora vivi, Hamas ha annunciato che sabato rilascerà gli ultimi sei dei 33 ostaggi nella prima fase dell’accordo: Tal Shoham, Omer Shem-Tov, Eliya Cohen, Omer Wenkert, Avera Mengistu e Hisham al-Sayed. I primi quattro furono rapiti il 7 ottobre, mentre gli altri due sono prigionieri a Gaza da oltre dieci anni.
La fazione palestinese ha anche dichiarato di essere disposta a compiere un ulteriore passo significativo, proponendo di liberare tutti gli altri ostaggi in un unico scambio durante una fase successiva della tregua. Si stima che 19 militari e 24 ostaggi siano ancora vivi, mentre una trentina risulterebbero deceduti.