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Orso polare ucciso dalla polizia in Islanda: la decisione fa discutere

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Un esemplare di orso polare, giunto accidentalmente sulle coste dell’Islanda, è stato abbattuto dalla polizia

Un esemplare di orso polare si è avvicinato in cerca di cibo ad una casa abitata dopo un viaggio su un iceberg dalla Groenlandia all’Islanda. La polizia, dopo aver consultato l’agenzia per l’ambiente, ha deciso di ucciderlo per proteggere i cittadini. Questa decisione ha sollevato non poche polemiche.

Orso polare ucciso in Islanda

Il 19 settembre 2024 un esemplare di orso polare giunto, probabilmente su una lastra di ghiaccio, sulle coste dell’Islanda dalla Groenlandia è stato abbattuto dalla polizia perché ritenuto potenzialmente pericoloso per la popolazione, dopo essersi avvicinato ad una abitazione di una 83enne.

La donna spaventata ha contattato le autorità. Le quali, però, pare non avessero valutato altre decisioni, se non quella di sparare all’orso, uccidendo così un esemplare di una specie già vittima dei cambiamenti climatici.

“L’orso è stato ritrovato non lontano da dove è stato visto, proprio accanto a una casetta dove una donna era sola. Pertanto non abbiamo avuto altra scelta che uccidere l’animale“, riferisce Helgi Jensson, capo della polizia di Vestfjörður .

Un abbattimento assolutamente lecito secondo la legge islandese perché dettato dalla necessità di un intervento emergenziale per eliminare un pericolo. Tuttavia, questa decisione ha sollevato molti dubbi e polemiche: era davvero l’unica soluzione?

Orso polare ucciso in Islanda: nessun tentativo di salvarlo

Isabella Pratesi, responsabile fauna selvatica del WWF Italia, è intervenuta dopo la morte dell’animale spiegando che i dati disponibili rivelano che, nelle regioni artiche sopravvivono poco meno di 30.000 esemplari, divisi in 19 sottopopolazioni.

L’orso bianco ha bisogno del ghiaccio e senza di esso non riesce a catturare le sue principali prede, le foche, che gli permettono di accumulare grasso per affrontare un clima rigidissimo come quello Artico. A tal proposito, come riportato da Vanity Fair, Pratesi spiega:

“Da un punto di vista conservazionistico non c’è dubbio che sia la scelta auspicabile, un esemplare fuori dal suo habitat sopravvive con grande difficoltà e forse è destinato a soccombere”.

Nonostante ciò, l’esperta aggiunge:

“L’ipotesi di un trasferimento, dopo una sedazione adeguata, è praticabile ma ha costi molto alti e, secondo alcuni, non vale la pena di sostenerli per la tutela di un unico esemplare. Detto ciò, rimane la sensazione di aver perso un’occasione per offrire una lezione di umanità. Poteva essere fatto un gesto esemplare capace di diventare anche il simbolo del fatto che si può fare molto di più nei confronti di una natura che stiamo distruggendo”.

Orso polare ucciso in Islanda: l’unica decisione possibile da prendere

Se da un lato c’è chi avrebbe fatto di tutto per salvare l’orso polare, dall’altro, c’è chi condivide la scelta della polizia. I motivi dietro questo pensiero sono principalmente riconducibili alla pericolosità dell’animale e agli attacchi aumentati negli ultimi 15 anni da parte di questo esemplare. Inoltre, c’è chi pensa che la morte di un singolo individuo non metta a rischio un’intera popolazione.

Ciò che è certo è che mentre il cambiamento climatico continua a modificare gli ecosistemi e a fare danni, i conflitti tra esseri umani e fauna selvatica sono destinati ad aumentare.