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Iran, Pakhshan Azizi condannata a morte: sentenza confermata dopo l'arresto nell'agosto 2023

Pakhshan Azizi morte

Pakhshan Azizi, condannata a morte a giugno per ribellione dopo l'arresto nell'agosto 2023, ha visto la decisione confermata dalla Corte Suprema.

L’attivista curda Pakhshan Azizi è a rischio di esecuzione in Iran, poiché la sua condanna a morte è stata confermata dalla Corte Suprema, secondo quanto riportato giovedì scorso da alcuni gruppi per i diritti umani.

Pakhshan Azizi condannata a morte: arrestata nell’agosto 2023

La donna, di 40 anni, è stata condannata a morte a giugno per ribellione, a seguito del suo arresto nell’agosto 2023. Nonostante il ricorso presentato dal suo avvocato, Amir Raisian, la Corte Suprema ha confermato la condanna, ignorando le gravi lacune nel caso.

Azizi è accusata di appartenere a gruppi armati curdi illegali attivi nella regione, ma i suoi legali hanno smentito ogni collegamento con tali organizzazioni. Raisian, intervistato mercoledì dal quotidiano di Teheran Shargh, ha annunciato che chiederà un nuovo processo:

“Purtroppo, nonostante i numerosi difetti del caso, il ricorso è stato respinto e la condanna a morte è stata confermata”.

Nell’autunno del 2014 si recò nel nord della Siria, nella città di Qamishli, per offrire supporto nei campi dei rifugiati, prestando assistenza a donne e bambini. Dopo circa dieci anni, nell’estate del 2023, tornò in Iran per riabbracciare la sua famiglia. La mattina del 5 agosto, insieme al padre e ad altri due familiari, fu arrestata. Subì interrogatori presso il centro di detenzione dei servizi di intelligence, prima di essere trasferita nella sezione 209 della prigione di Evin e successivamente nel reparto femminile.

Riguardo alle sue attività nei campi per sfollati nel nord-est della Siria e nel nord dell’Iraq, il legale ha dichiarato:

Le sue attività nei campi erano pacifiche, non avevano alcuna dimensione politica ed erano incentrate sulla fornitura di aiuti umanitari.

Amnesty International in difesa di Pakhshan Azizi

Amnesty International ha definito il processo ad Azizi “gravemente ingiusto”. L’organizzazione ha inoltre affermato che la donna è stata sottoposta a “sparizione forzata”, nonché a “torture e altri maltrattamenti durante gli interrogatori”.

Secondo l’organizzazione per i diritti umani HRANA, con sede negli Stati Uniti, almeno 54 prigionieri politici, tra cui Azizi, sono attualmente a rischio di esecuzione in varie carceri iraniane. Nel 2024, l’Iran ha eseguito 901 condanne a morte, inclusi 31 donne, registrando un incremento dei casi di pena capitale, come riportato dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.