Milano, 13 gen. (Adnkronos) – Restano sotto la custodia del procuratore capo di Milano, Marcello Viola, gli oggetti sequestrati a Mohammad Abedini Najafabadi, arrestato lo scorso 16 dicembre all'aeroporto Malpensa e ieri tornato a Teheran grazie all'intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Da quanto si apprende il difensore dell'ingegnere iraniano trentottenne non ha fatto alcuna richiesta inerente la restituzione del cellulare, del pc portatile, di pen drive e componentistica elettronica, né gli Usa hanno avanzato una richiesta di rogatoria per ottenere il materiale in custodia.
Le autorità giudiziarie statunitensi accusano l'ingegnere d'aver fornito droni e materiali elettronici all'Iran, aggirando l'embargo statunitense. Le accuse di terrorismo dagli Usa per aver passato informazioni sensibili ai Pasdaran, servite per un agguato in cui sono rimasti uccisi tre soldati americani in Giordania a gennaio scorso, non sono state ritenute dal ministro Nordio sussistenti. "Nessun elemento – si legge nella richiesta di revoca dell'estradizione scritta dal Guardasigilli – risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari".
E così ieri, domenica mattina, intorno alle 10, i tre giudici della corte d'Appello di Milano letta la richiesta del ministro Nordio hanno scritto il loro provvedimento, tecnicamente una "presa d'atto" della volontà politica, e hanno trasmesso la richiesta di liberazione immediata al carcere milanese di Opera. La notifica al legale è stata trasmessa solo stamane, ma il difensore è stato avvisato dal suo stesso assistito di essere tornato un uomo libero dopo 28 giorni dietro le sbarre.