Durante l’interrogatorio il boss di Cosa Nostra non aveva escluso di poter parlare con i magistrati, probabilmente alla luce della malattia incurabile contro cui combatteva da tempo.
Interrogatori di Messina Denaro
“Non sono interessato, poi nella vita mai dire mai intendiamoci” aveva dichiarato in merito alla possibilità di raccontare la sua verità “Io non sono stato mai un assolutista nel senso che non è che perché dico una cosa sarà sempre quella, io nella mia vita ho cambiato tante volte idea, però con delle basi solide“. Le parole del boss risalgono al 7 luglio 2023, durante un incontro con il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido nel carcere dell’Aquila. Il pm ha cercato di convincere Messina Denaro a ricostruire i fatti: “Pezzetti di verità che ci dirà lei e che le consentiranno di… anche di essere più sereno, rispetto alla sua storia, rispetto a questa schifezza che l’ha circondata prima e dopo e fino a qualche giorno fa. Questo è il nostro invito a riflettere…“.
“Non ho mai rubato niente a nessuno”
Nonostante le richieste del magistrato, il latitante ha spiegato di non essere il genere di persona che spiffera i nomi dei propri collaboratori, anche se si trova al termine della propria vita. L’uomo infatti sembra più propenso a parlare di sé, che di altre persone. “Sono, diciamo tra virgolette, un mafioso per come mi considerate voi, un poco anomalo” continua nell’interrogatorio “non mi sono inimicato nessuno nel territorio, intendo il mio paese. Chiunque mi vuole bene. Lei stamattina pensava di trovare un Rambo, invece non ha tovato niente“. Il padrino aggiunge poi “Io sono sempre stato in quello che voi ritenete mafiosità una garanzia per tutti. Non ho mai rubato niente a nessuno. Parlo del mio ambiente, non ho mai cercato di prevaricare, nè in ascese di potere, nè per soldi“.
La malattia
Il boss di Cosa Nostra è stato arrestato nel gennaio 2023 dopo trent’anni di latitanza. Da diverso tempo tuttavia combatteva contro un cancro al colon che l’aveva già costretto ad operarsi nel 2020. Negli ultimi mesi in carcere le sue condizioni di salute si erano aggravate, tanto da farlo trasferire dal penitenziario di massima sicurezza ad una struttura ospedaliera nel capoluogo abruzzese. Poche settimane dopo, il 22 settembre, il superlatitante è entrato in coma irreversibile e il 25 settembre è deceduto. Negli ultimi mesi prima della morte Messina Denaro aveva tuttavia ammesso che l’arresto fosse da imputarsi ad un suo errore e che nessuno l’aveva tradito.