Venezia, 11 feb. (askanews) – È stata presentata a Venezia la 19esima edizione della Biennale Architettura, diretta per il 2025 da Carlo Ratti e intitolata “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”. Una Biennale che vuole confermare la rilevanza delle ultime edizioni, approfondendo ulteriormente la ricerca di complessità che poi apre le porte a una maggiore comprensione del mondo. Partendo, per citare uno dei tanti temi, dalla questione climatica.
“L’architettura – ha detto Ratti ad askanews – si è occupata di cambiamento climatico per molto tempo, ma spesso in qualche modo concentrandosi su come rendere gli edifici più sostenibili su quello che si chiama mitigation, cioè mitigare gli effetti del clima con l’architettura. Ecco, abbiamo visto nelle ultime settimane quello che è successo a Los Angeles, negli ultimi mesi quello è successo a Valencia, abbiamo visto che quando il clima diventa più estremo c’è un altro aspetto fondamentale, ed è quello della adaptation, come adattarsi a un pianeta che cambia e questo è il tema chiave della Biennale di quest’anno”.
L’Età dell’Adattamento, quindi, ma anche quella delle comunità che battono nuove strade di intelligenza collettiva o ancora quella del confronto con una tecnologia che, a sua volta, diventa intelligente. E il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, ha voluto riportare ancora una volta il suo sguardo filosofico sul presente, per ritornare dalla storia alla geografia del nostro tempo. “Adesso l’urgenza – ci ha detto – è quella di rivolgerci a una Terra che si è fatta Mondo per diventare qualcos’altro in un orizzonte geografico che ci chiama tutti quanti alla consapevolezza e alla costruzione della città di Dio, me la cavo con un verso di Ezra Pound”.
Ispirazione e prassi, teoria e téchne: Intelligens promette di muoversi a più livelli, forte della consapevolezza che non esistono più le soluzioni uniche, ma solo un processo che ci può portare verso una molteplicità di esse. Che a noi appare anche un atto di profondo umanesimo.