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Negli ultimi anni, la scena globale ha riservato sorprese non sempre positive. Dazi, incertezze sui mercati e cambiamenti politici hanno creato un contesto tutt’altro che stabile.
Insediamento Trump: il mercato e i rapporti Italia Usa
Malgrado ciò, molte realtà imprenditoriali italiane non si sono fatte trovare impreparate. Hanno saputo leggere il momento, diversificare le loro strategie e sfruttare al meglio le opportunità, anziché farsi scoraggiare dagli ostacoli. E questa capacità di adattamento, se vogliamo dirla tutta, è da sempre uno dei punti di forza del tessuto imprenditoriale italiano.
Certamente non è stato tutto semplice. Quindi ecco partire investimenti mirati e una visione strategica a lungo termine. Molti imprenditori hanno compreso l’importanza di ridurre le dipendenze da singoli fornitori, esplorare nuovi mercati e migliorare i propri processi produttivi per affrontare nuove sfide che il mercato ha richiesto.
Dal 2012 al nuovo insediamento di Trump, il legame quindi tra le imprese italiane e il mercato americano si è rafforzato, semplice fortuna? No, alla base di questo successo ci sono scelte precise: diversificazione dei mercati, attenzione alla qualità e una certa capacità di adattamento che, se vogliamo dirla tutta, è sempre stata una caratteristica distintiva dell’imprenditoria italiana. Anche di fronte a sfide inattese, le aziende hanno trovato soluzioni, reinventandosi e puntando su settori chiave come l’agroalimentare, la moda e la tecnologia industriale.
L’insediamento di Trump: Deloitte Italia e la visione a lungo termine
Fabio Pompei, amministratore delegato di Deloitte Italia, ha recentemente sottolineato quanto sia importante, in tempi incerti, non fermarsi a tamponare le difficoltà, ma piuttosto adottare una strategia lungimirante. La sua visione è chiara: diversificare le fonti di approvvigionamento, ridurre la dipendenza da mercati instabili e investire nell’innovazione per mantenere la competitività nel lungo periodo.
Cosa hanno imparato le aziende italiane da questa lezione? Ciò che hanno appreso è che il mercato statunitense apprezza l’autenticità e la capacità di raccontare una storia dietro a ogni prodotto. E forse è proprio questa la chiave del successo: non si tratta solo di vendere, ma di trasmettere cultura, tradizione e passione.
Le sfide si sa non mancheranno. Tra le incertezze geopolitiche e le nuove esigenze dei consumatori, le imprese dovranno restare vigili e flessibili. Ma se il passato ci insegna qualcosa, anche in questo caso nonostante le potenziali politiche restrittive di Trump nei confronti dei mercati esteri, è qui che il made in Italy sa sempre come farsi valere, trovando il modo di trasformare ogni ostacolo in un’opportunità.
Insediamento Trump: essenziale ridurre il gap tecnologico per essere competitivi
Secondo il CEO di Deloitte Italia, per mantenere la competitività è essenziale ridurre il gap tecnologico, è così che al dibattito di oggi parteciperanno figure importanti nel panorama politico ed economico. Tra i presenti ci saranno Giulio Tremonti, attuale Presidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari, oltre che Presidente di Aspen Institute Italia; Valentino Valentini, Viceministro delle Imprese e del Made in Italy; e Martin Briens, Ambasciatore di Francia in Italia.
A loro si uniranno Giampiero Massolo, Presidente di Mundys, e Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo di Pirelli. Non mancheranno interventi in collegamento da remoto di esperti di rilievo internazionale. Tra questi, Charles Kupchan, Senior Fellow del Council on Foreign Relations, e Arrigo Sadun, fondatore di TLSG – International Advisors. Parteciperanno inoltre Gerard Baker, firma di spicco del Wall Street Journal, e Walter Isaacson, noto per aver presieduto The Aspen Institute e per le sue biografie di figure di primo piano nel mondo della tecnologia, tra cui Elon Musk. A moderare il dibattito sarà Marta Dassù, attuale direttrice della rivista Aspenia, che guiderà la discussione cercando di mettere in luce i punti chiave per il futuro delle imprese italiane in un contesto sempre più incerto ma ricco di opportunità.