Inquinamento ambientale, AIL: attenzione ai rischi sanitari

Roma, 21 ott. (askanews) - La salute del Pianeta è interconnessa con la salute umana. L'inquinamento ambientale così come gli stili di vita si riflettono sulla qualità della vita delle persone e sull'incidenza di alcune malattie, a partire dai tumori che, secondo le stime dell'Organizzazione Mond...

Roma, 21 ott.

(askanews) – La salute del Pianeta è interconnessa con la salute umana. L’inquinamento ambientale così come gli stili di vita si riflettono sulla qualità della vita delle persone e sull’incidenza di alcune malattie, a partire dai tumori che, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2022 hanno colpito 22 milioni di persone. Questo il tema al centro del Convegno nazionale organizzato a Roma dall’AIL-Associazione italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma dal titolo “Curare è prendersi cura.

Impatto ambientale e rischio sanitario, benessere e stili di vita”. Voluto e ideato dal Presidente Nazionale AIL, Giuseppe Toro e dal Sociologo dell’ambiente prof. Aurelio Angelini, l’evento ha offerto l’occasione per un approfondimento multidisciplinare sul tema analizzando l’impatto che diversi inquinanti chimici hanno sulla salute e le possibili strategie di mitigazione del rischio.

“Il tema oggi – dichiara il sociologo dell’Ambiente, Aurelio Angelini – è riuscire a fare delle politiche appropriate per quanto riguarda queste sorgenti inquinanti per determinarne una riduzione effettiva e in grado di limitare il rischio sanitario in conseguenza e dall’altro, che è anche tema della conferenza di oggi, come noi, come cittadini attraverso stili di vita appropriati possiamo cercare di sfuggire o di ridurre il rischio sanitario dovuto all’impatto ambientale”.

Negli ultimi 50 anni, è stato rilevato, è raddoppiata l’incidenza dei linfomi. Un dato che porta a interrogarsi sugli effetti che gli inquinanti hanno sulla nostra salute. “Questo aumento dell’incidenza a che cosa è dovuto non è possibile stabilirlo con esattezza – dichiara Vincenzo Pavone, Direttore scientifico Unità Operativa Ematologia Ospedale Tricase (LE) – però sicuramente l’inquinamento ambientale, l’uso sproporzionato di sostanze chimiche che vanno a finire nel sottosuolo, nel mare, l’inquinamento delle falde idriche, le plastiche, le microplastiche.

Sono talmente tanti i prodotti chimici che vanno a finire sulla nostra tavola o che respiriamo che portano ad un aumento possibile di sviluppo di malattie neoplastiche in genere ma soprattutto onco-ematologiche, soprattutto se si accompagnano a delle alterazioni e delle mutazioni che noi abbiamo che non conosciamo e che possono essere alterate proprio dall’uso delle sostanze chimiche”.

Aumentare la consapevolezza sociale del rapporto tra fattori ambientali, stili di vita e rischio sanitario come sostenere la ricerca scientifica per avere sempre più elementi di conoscenza sono obiettivi importanti che AIL persegue fin dalla sua nascita e che oggi si rispecchiano nell’approccio One Health, che va declinato in un’ottica complessiva.

“Noi oggi abbiamo un Servizio sanitario nazionale che fondamentalmente io chiamo di riparazione, – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – nel senso che si occupa prevalentemente di diagnosi, terapia, riabilitazione e cure palliative. E non siamo consapevoli di quanto una serie di determinanti della salute che sono di tipo politico, sociale, ambientale, industriale sono poi causa di malattia e quindi bisognerebbe lavorare in un’ottica complessiva con i governi per migliorare tutta una serie di condizioni.

E noi oggi se non mettiamo in atto strategie di prevenzione in questo tipo non ce la faremo, perché andiamo verso l’invecchiamento continuo della popolazione, costi delle tecnologie sempre più elevati e quindi dobbiamo ridurre il numero di malati investendo sulla prevenzione non solo con gli screening e le vaccinazioni ma lavorando su tutte le determinanti della salute, quelle sociali, quelle economiche, quelle di altra natura perché di fatto questo è l’approccio che i vari sistemi sanitari nel mondo più evoluti, in particolare nel Nord Europa, stanno portando avanti”.