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Inizia una procedura di regolarizzazione a Milano e finisce in Cpr, decide di fare causa.

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Un giovane di 25 anni, originario dell'Ecuador e residente a Milano, ha avviato una causa legale contro il Ministero dell'Interno, chiedendo un risarcimento di 50 mila euro per essere stato detenuto ingiustamente in vari Centri di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) in Italia. Nonostante avesse presentato una richiesta d'asilo politico, è stato trattenuto prima a Roma, poi a Brindisi. Liberato dal Tribunale di Lecce, il ragazzo ha denunciato un'arbitraria privazione della libertà, ritenuta "senza fondamento" dai giudici.

Un ragazzo di 25 anni proveniente dall’Ecuador, che risiede a Milano, è stato detenuto “ingiustamente” nel Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) di Brindisi. Attraverso il suo avvocato, Stefano Afrune, il giovane ha avviato una causa legale contro il Ministero dell’Interno presso il Tribunale di Roma, richiedendo un risarcimento di 50 mila euro. Il ragazzo, che ha presentato una richiesta d’asilo politico, è arrivato in Italia in età adolescenziale e ha proseguito i suoi studi e avviato un lavoro. Era stato precedentemente detenuto nel Cpr di Roma; tuttavia, la corte non ha validato il decreto. Dopo essere stato liberato, ha fatto domanda per ottenere protezione internazionale presso gli uffici della Questura di Milano. Nonostante ciò, è stato nuovamente trattenuto in un Cpr e successivamente trasferito a Brindisi dal primo al 5 agosto. È stato liberato dal Tribunale di Lecce in seguito ad un giudizio che ha ribadito quanto stabilito dal Tribunale di Roma, ossia che non vi erano motivi validi per la detenzione, ritenuta “senza fondamento”. Ha denunciato la privazione arbitraria e illecita della sua libertà personale, attraverso la richiesta di risarcimento danni presentata dal suo legale, Stefano Afrune, al Ministero dell’Interno.