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L’influenza australiana è un ceppo virale che ha colpito in modo significativo l’Australia durante la stagione invernale. La preoccupazione in Italia è alta e le domande su sintomi, prevenzione e rischi sono tante. Ecco il consiglio degli esperti.
L’influenza australiana e il virologo Matteo Bassetti
Il virologo Matteo Bassetti, direttore delle malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, avvisa che l’ondata di casi per l’influenza potrebbe arrivare in anticipo rispetto agli anni passati. A maggior ragione perché c’è il rischio che quest’anno si diffonda l’influenza australiana, ovvero il ceppo H3N2.
Tale malattia, nello Stato dell’Oceania e anche in Sud America, ha portato a forme gravi, dunque, l’allarme in Italia è alto. Considerando le conseguenze dell’influenza australiana, il virologo lancia un messaggio ai cittadini:
“La campagna vaccinale è partita da qualche giorno, dovrebbe coprire almeno le persone più fragili e le persone più deboli già in questo mese di ottobre”, il consiglio del medico è vaccinarsi.
Le statistiche parlano di un picco influenzale in arrivo durante le festività natalizie.
I sintomi dell’influenza australiana
I sintomi dell’influenza australiana non sono molto diversi da quelli dell’influenza stagionale tradizionale: febbre superiore ai 38 gradi, tosse, raffreddore, occhi arrossati, dolori muscolari e articolari. Nonostante ciò, in base a quanto analizzato e studiato in Australia con il ceppo H3N2, questi sintomi possono essere più gravi e, quindi, portare ad una maggiore necessità di ospedalizzazione. Inoltre, la prossima influenza australiana è considerata una delle stagioni più aggressive degli ultimi dieci anni.
Come evitare il contagio: il consiglio degli esperti
La trasmissione dell’influenza, a prescindere dal sottotipo di virus coinvolti, avviene per via aerea.
Gli esperti, oltre alla vaccinazione, consigliano alla popolazione di mantenere una buona igiene delle mani, poiché il virus può sopravvivere sulle superfici per diverse ore. Inoltre, si invitano i cittadini ad utilizzare mascherine nei luoghi affollati, soprattutto se si parla di persone fragili.