I prezzi al consumo in Italia mostrano stabilità con un aumento dell’indice dello 0,8% su base annua a febbraio, secondo l’Istat.
Inflazione, diminuisce la probabilità del taglio dei tassi
Tuttavia, l’Eurostat segnala un aumento più significativo nell’area dell’euro, passando dal 2,5% al 2,6%, superando le aspettative dell’2,5%. L’inflazione “core”, escludendo componenti volatili come cibo ed energia, rimane al 3,1%. Questa situazione potrebbe influenzare la richiesta di tagli dei tassi di interesse, al momento al 4%, soprattutto da parte dei Paesi mediterranei.
Le cause dell’alta inflazione sono legate alle guerre in Ucraina e Medio Oriente, che aumentano la pressione sui prezzi delle materie prime. Gli attacchi Houthi alle navi commerciali nel Mar Rosso contribuiscono all’aumento dei costi dei trasporti, inoltre, l’aumento dei salari è necessario per sostenere l’incremento dei prezzi. Tutto ciò genera un dibattito tra i banchieri centrali dell’eurozona sulla necessità di tagliare i tassi per evitare una recessione.
Inflazione, diminuisce la probabilità del taglio dei tassi
Alcuni ritengono che sia giunto il momento di superare la paura di tagliare i tassi, mentre altri, inclusa la Bundesbank, temono una possibile inflazione e ricordano la sindrome degli anni Settanta. Il dato attuale alimenta le preoccupazioni dei più cauti, che prevedono una possibile decisione della Banca centrale europea di rimanere ferma almeno fino a giugno, come indicato nel calendario delle conferenze stampa della presidente Lagarde. Tuttavia, il primo taglio dipenderà dall’evoluzione dei dati, e i risultati attuali non sembrano favorevoli.