Roma, 28 giu. (Adnkronos Salute) – Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) è la principale causa di infezioni respiratorie pediatriche e la seconda causa di morte entro il primo anno di età, a livello globale. A partire da questi dati, esponenti delle istituzioni nazionali e locali, società scientifiche, rappresentanti delle associazioni pazienti ed esperti si sono confrontati oggi a Bari sull'urgenza di prevedere nuove azioni, in vista dell'arrivo della nuova stagione, nel corso del convegno 'Infezioni da Rsv: nuove strategie e strumenti per la tutela della salute dei bambini'. Tra i temi dell'incontro – si legge in una nota – spiccano la programmazione di un calendario nazionale di immunizzazione che ponga l'attenzione sulle nuove opportunità per la prevenzione dell'Rsv, attraverso una strategia di immunoprofilassi passiva per tutti i bambini, e l'organizzazione del sistema sanitario affinché sia dotato degli strumenti adatti, così da garantire una campagna efficiente che assicuri la protezione a tutti i bambini nel loro primo anno di vita.
"Desidero sottolineare l'importanza cruciale che il ministero della Salute e le Regioni si impegnino congiuntamente nella prevenzione del virus respiratorio sinciziale nei bambini – ha dichiarato in apertura per i saluti istituzionali l'onorevole Marcello Gemmato, sottosegretario di Stato al ministero della Salute – L'Rsv, come dichiarato dall'Organizzazione mondiale della sanità, è un problema insoddisfatto di sanità pubblica ed è la principale causa di bronchiolite, un'infezione polmonare che può essere grave nei neonati e nei bambini piccoli. A marzo 2024 la Direzione generale della Prevenzione del ministero della Salute ha rilasciato una circolare nella quale informava le Regioni degli strumenti disponibili per l'atto preventivo. Per garantire un approccio uniforme e senza disparità, la Direzione sta attivando ogni procedura necessaria per l'aggiornamento del calendario vaccinale, a partire dal parere del Nitag, il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni".
All'appello si è unito il senatore Ignazio Zullo, membro della X Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato della Repubblica. "E' ormai noto – ha affermato – che l'Rsv nei bambini è un problema di sanità pubblica insoddisfatto. L'arma migliore è l'immunoprofilassi passiva con gli anticorpi monoclonali, come affermano le società scientifiche. A marzo di quest'anno, con l''Alleanza per un'infanzia libera dall'Rsv' abbiamo delineato le 5 azioni che è necessario implementare quanto prima per affrontare, con gli strumenti oggi disponibili e con un indirizzo comune, un bisogno di sanità pubblica ancora insoddisfatto come l'Rsv nei bambini, riducendo gli impatti per il nostro Ssn ed evitando disparità a livello regionale. E' il momento di agire affinché ciò diventi possibile in tutte le Regioni italiane. Ciò che manca ora è un'azione organica delle istituzioni con l'aggiornamento del calendario nazionale di immunizzazione entro la fine di quest'anno, per arrivare alle Regioni che in questi giorni devono assicurare l'approvvigionamento per il prossimo autunno/inverno, come già avviene in altri Paesi europei. Ho preso l'impegno di depositare una mozione che impegni il Governo in tal senso facendo seguito alla circolare dello scorso marzo".
"La Regione Puglia è sempre stata in prima fila nella prevenzione delle malattie infettive – ha sottolineato Michele Emiliano, presidente Regione Puglia – Di recente abbiamo arricchito gli strumenti legislativi atti a garantire anche la prevenzione del virus respiratorio sinciziale nei bambini pugliesi. Auspico che già dalla prossima stagione potremo disporre dell'anticorpo monoclonale che potrà prevenire una patologia importante per i bambini e i genitori con un impatto importante sul Servizio sanitario regionale, in particolare quello ospedaliero".
Come ha evidenziato Pierluigi Lopalco, professore ordinario di Igiene all'Università del Salento e consigliere regionale, membro e segretario della Commissione Salute regionale Puglia, "finalmente abbiamo a disposizione efficaci armi di prevenzione per proteggere i nuovi nati dall'Rsv. La Puglia è stata la prima Regione nel nostro Paese a riconoscere quella verso l'Rsv una sfida importante di igiene pubblica, approvando nelle scorse settimane una legge che stabilisce misure di prevenzione precise per le malattie causate da questo virus. E' ora importante farsi trovare pronti alla prossima stagione e implementare sul territorio un'efficace campagna di immunoprofilassi su tutti i neonati e i bambini nei primi mesi di vita, ovvero che si affacciano alla prima stagione di Rsv. Questa ha una forte incidenza sulla loro salute e può lasciare strascichi importanti che si possono trasformare in malattie respiratorie croniche nel loro percorso futuro".
L'Rsv è una patologia per la quale "non abbiamo una modalità terapeutica efficace – ha osservato Nicola Laforgia, direttore Uoc Neonatologia e Tin dell'Aou Policlinico di Bari – Pertanto, mettere in atto la più efficace strategia preventiva è essenziale. Finalmente disponiamo di strumenti efficaci e sicuri per ridurre drasticamente il carico della malattia e cambiare il corso naturale della malattia. Importante poter disporre oggi di uno strumento come l'anticorpo monoclonale che protegga tutti i bambini sotto l'anno di vita, vale a dire nella fascia di età più a rischio e che maggiormente vanno a gravare sull'impegno ospedaliero nei casi più gravi che richiedono l’accesso alle terapie intensive".
Il virus respiratorio sinciziale – ricorda la nota – è responsabile dell'80% di bronchioliti e del 40% di polmoniti che richiedono ospedalizzazione nei bambini. In un'intera coorte di nascita (circa 400mila nuovi nati in Italia), oltre il 60% si infetta entro il primo anno di età e quasi tutti entro il secondo anno, con oltre il 20% (più di 80mila) a rischio di sviluppare un'infezione grave che richiede assistenza ambulatoriale od ospedaliera e che può determinare sequele a medio e lungo termine. Come di recente stimato da un gruppo di esperti, in Italia ogni anno l'impatto economico della patologia è pari a circa 100 milioni di euro.