Secondo l’ultima indagine periodica di Bankitalia sulla Lombardia, nei primi nove mesi dell’anno si è registrato un calo del fatturato, mentre le imprese prevedono una stabilizzazione delle vendite nei prossimi sei mesi. Soffrono industria e export.
Soffrono industria e export in Lombardia: l’indagine di Bankitalia
L’aggiornamento autunnale di Banca d’Italia segnala un significativo rallentamento dell’economia lombarda. A determinare il calo, in particolare, è l’industria, la cui produzione ha registrato un -1,2% nel primo semestre del 2024, influenzata dalla debolezza della domanda sia interna che estera. In generale, prosegue anche il trend negativo dell’export, sceso dello 0,3%.
Come riportato da Dire, secondo Paola Rossi, economista di Bankitalia, la stima per la crescita del PIL lombardo nel primo semestre del 2024 è di un incremento dello 0,4%, un dato in forte rallentamento che riflette la situazione dell’Italia.
“La Lombardia non è più la locomotiva d’Italia. La capacità di rimanere locomotiva dipende dai progetti innovativi. In assenza di innovazione, si perde competitività, soprattutto sui mercati esteri”, ha dichiarato Giorgio Gobbi, direttore della sede milanese dell’Istituto.
Rossi ha evidenziato che il settore industriale della regione sta registrando performance negative, con una diminuzione della produzione industriale in Lombardia dell’1,2% nel primo semestre del 2024 rispetto all’anno precedente. Questo calo si inserisce in un rallentamento generale a livello nazionale, ma, dato il forte carattere industriale della Lombardia, gli effetti della contrazione risultano particolarmente accentuati, con un impatto più marcato rispetto ad altre regioni del Paese.
Bankitalia e l’indagine in Lombardia
L’occupazione ha continuato a crescere, ma si sono iniziati a manifestare segnali di cambiamento nel mercato del lavoro. Le ore lavorate nell’industria sono diminuite, mentre la Cassa integrazione guadagni ha registrato un aumento.
Il reddito delle famiglie è tornato a salire, anche grazie all’incremento delle retribuzioni derivante dai rinnovi contrattuali. Tuttavia, l’andamento positivo recente ha solo parzialmente compensato la perdita di potere d’acquisto subita nel biennio precedente, con i consumi che sono rimasti stagnanti.
L’incremento dei mutui per l’acquisto di abitazioni, invece, è stato modesto e si è concentrato esclusivamente nel secondo trimestre, rispecchiando la debolezza delle compravendite nel mercato.