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Un’accusa pesante per Elysium
La gioielleria milanese Elysium è al centro di un’inchiesta per riciclaggio di denaro, con i suoi soci Antonio Scinocca e Antonino Parise che si dichiarano estranei ai fatti. Secondo le indagini, la società avrebbe facilitato il trasferimento di fondi derivanti da attività di gioco illegali, utilizzando conti correnti aziendali per mascherare la provenienza del denaro.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Vincenzo Maiolo Staiano e Salvatore Staiano, ha sottolineato la volontà dei soci di dimostrare la loro innocenza durante gli interrogatori davanti al giudice per le indagini preliminari di Milano, Lidia Castellucci.
Le accuse e i dettagli dell’inchiesta
Le autorità hanno messo in luce un presunto sistema di riciclaggio che coinvolge anche l’ex socio Andrea Piccini. Elysium Group srl è accusata di aver emesso fatture per vendite simulate di orologi e preziosi, ricevendo bonifici per coprire i debiti di giocatori di calcio. Tra i nomi coinvolti spiccano quelli di Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Alessandro Florenzi, con somme che superano i 700mila euro. La giustizia ha già disposto il sequestro di 1,5 milioni di euro, mentre durante le perquisizioni sono stati trovati quasi 300mila euro in contante.
Le conseguenze legali e il futuro di Elysium
La Procura di Milano ha richiesto gli arresti domiciliari per i soci, ma la difesa ha chiesto di non applicare alcuna misura cautelare, sostenendo la totale estraneità al sistema di riciclaggio. La decisione del giudice è attesa nei prossimi giorni, mentre l’inchiesta continua a far emergere dettagli inquietanti su un possibile giro di scommesse illegali che coinvolge anche nomi noti del calcio italiano. La situazione di Elysium rimane incerta, con i soci che cercano di difendere la loro reputazione e la loro attività di fronte a accuse gravi e potenzialmente devastanti.