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Un caso che non si spegne mai
La tragica vicenda di Chiara Poggi, assassinata a Garlasco nel 2005, continua a far discutere. A distanza di diciotto anni, le indagini si riaccendono, portando alla luce un inquietante mistero: la scomparsa di numerosi reperti cruciali per la risoluzione del caso. Secondo fonti investigative, molti oggetti sequestrati dopo l’omicidio sono stati distrutti nel 2022, un’azione che solleva interrogativi sulla gestione delle prove in un caso così delicato.
Reperti distrutti e restituiti
Tra gli oggetti di interesse, la bicicletta nera da donna, un elemento centrale delle indagini, è stata restituita alla famiglia di Alberto Stasi, principale indagato. Questo particolare mezzo era stato visto da testimoni nei pressi della villa dei Poggi il giorno dell’omicidio. La sua scomparsa rappresenta una perdita significativa per gli inquirenti, che avrebbero potuto analizzarla per ottenere nuove informazioni. Inoltre, tra i reperti distrutti figura il pigiama rosa indossato da Chiara al momento dell’omicidio. La possibilità di analizzare questi indumenti, per confrontarli con nuove tracce, è andata perduta, lasciando un vuoto incolmabile nelle indagini.
Il computer di casa Poggi: un mistero irrisolto
Un altro elemento chiave della nuova inchiesta è il computer di casa Poggi, utilizzato da Chiara e dal fratello Marco. Questo dispositivo, restituito alla famiglia, potrebbe contenere informazioni vitali, ma la sua attuale ubicazione è sconosciuta. Non è chiaro se la tastiera sia stata sequestrata e analizzata all’epoca delle prime indagini, un dettaglio che potrebbe rivelarsi cruciale per il progresso del caso. La restituzione di oggetti come orecchini e una sedia ai Poggi, sebbene possa sembrare innocua, solleva ulteriori interrogativi sulla gestione delle prove e sulla loro importanza nel contesto dell’indagine.