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La vicenda accademica della ministra Calderone
La Procura di Roma ha avviato un’indagine riguardante il percorso accademico della ministra del Lavoro, Marina Calderone, presso la Link Campus University. Questo sviluppo è il risultato di un esposto presentato da un professore universitario di Brescia, il quale ha sollevato interrogativi sulla validità dei titoli di studio della ministra. Attualmente, il procedimento è stato classificato come modello 45, il che significa che non ci sono indagati né ipotesi di reato al momento.
Le dichiarazioni della ministra
Marina Calderone ha commentato la situazione affermando che l’iniziativa della Procura dimostra “l’inesistenza di ogni ipotesi di reato”. La ministra ha espresso la sua intenzione di procedere legalmente per diffamazione contro chiunque abbia avanzato illazioni sulla sua carriera accademica. Questo è un chiaro segnale della sua determinazione a difendere la propria reputazione e a chiarire la verità riguardo alla sua formazione.
Le accuse e le indagini
Il professore Saverio Regasto, titolare della cattedra di diritto pubblico comparato a Brescia, ha chiesto ai magistrati di indagare sui titoli di studio conseguiti da Calderone nel 2012 e nel 2016. Secondo quanto riportato, ci sarebbero delle discrepanze riguardo alla laurea triennale della ministra, che non risulterebbe nell’Anagrafe nazionale studenti del Ministero dell’Università e della Ricerca. Inoltre, Regasto ha evidenziato che durante il periodo in cui Calderone era studentessa, avrebbe ricoperto anche incarichi di docenza nella stessa università.
Il contesto e le implicazioni
Questa situazione solleva interrogativi non solo sulla carriera accademica della ministra, ma anche sulla trasparenza delle istituzioni educative. La Link Campus University, dove Calderone ha studiato, è stata al centro di polemiche in passato riguardo alla qualità dei suoi programmi e alla gestione dei corsi. La presenza del marito della ministra nel consiglio di amministrazione dell’università aggiunge un ulteriore elemento di complessità alla vicenda, alimentando sospetti di conflitto di interessi.
Il futuro dell’indagine
Ora spetta ai pubblici ministeri decidere se proseguire con le indagini, archiviare il fascicolo o riconoscere eventuali prescrizioni. La ministra ha sempre respinto le accuse, sostenendo che non ci sono prove concrete a sostegno delle insinuazioni. Il suo legale, Cesare Placanica, ha dichiarato che la Procura ha considerato il contenuto dell’esposto privo di rilevanza penale, il che implica che non ci sono basi per un’indagine formale.