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Indagine su cyber-spionaggio: la posizione di Leonardo Maria Del Vecchio

Leonardo Maria Del Vecchio discute cyber-spionaggio

Il giovane imprenditore chiarisce la sua posizione nell'ambito dell'inchiesta della Dda e della Dna.

Il contesto dell’indagine

Negli ultimi mesi, Milano è stata al centro di un’inchiesta che ha coinvolto una presunta rete di cyber-spie, con particolare attenzione agli uffici della Equalize, azienda guidata da Enrico Pazzali. L’indagine, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) e dalla Direzione Nazionale Antimafia (Dna), ha portato all’interrogatorio di diversi soggetti, tra cui il giovane imprenditore Leonardo Maria Del Vecchio. Quest’ultimo ha chiesto di essere ascoltato dalla Procura per chiarire la sua posizione e difendersi dalle accuse che lo coinvolgono.

Le dichiarazioni di Del Vecchio

Durante l’interrogatorio, il legale di Del Vecchio, l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, ha sottolineato che il suo assistito non ha mai voluto concorrere in attività illecite. Le uniche incolpazioni che lo riguardano sono legate all’incarico dato a De Marzio per acquisire informazioni. Tuttavia, l’avvocato ha chiarito che i fatti relativi all’uso di un trojan non sono contestati a Del Vecchio e non sono inclusi nei capi di incolpazione a suo carico.

Le accuse e le difese

Il legale ha specificato che l’unico accusato in relazione al trojan è Nunzio Samuele Calamucci, considerato la mente tecnologica del gruppo, il quale avrebbe creato un falso report per cercare di venderlo a un prezzo elevato. Inoltre, Mascalchi ha affermato che il trojan non è mai stato installato sul telefono della fidanzata di Del Vecchio, Serfaty. Anche le accuse relative a un report falso riguardante il fratello Claudio Del Vecchio non coinvolgono il giovane imprenditore, essendo il reato di falso contestato esclusivamente a Calamucci.

Prove documentali a sostegno della difesa

Durante l’interrogatorio, l’avvocato Mascalchi ha presentato prove documentali, acquisite dalla stessa Procura, che dimostrano come Del Vecchio abbia pagato alla Neys Agency di De Marzio quanto dovuto per un contratto di consulenza. Questi servizi, definiti leciti, riguardano attività di analisi reputazionali su potenziali controparti contrattuali, KYC (Know Your Customer), adeguata verifica della controparte e cyber security. La difesa di Del Vecchio si basa su una chiara distinzione tra le sue azioni e quelle di altri soggetti coinvolti nell’inchiesta.