Nell’ambito dell’inchiesta, la gip del tribunale di Roma, Anna Maria Govoni, ha ordinato l’imputazione obbligatoria per Ranieri Guerra, ex direttore generale del dipartimento di prevenzione del ministero della Salute tra il 2014 e il 2017. Guerra, insieme ad altri tre funzionari del ministero, è accusato di non aver provveduto all’aggiornamento del piano pandemico nazionale nel periodo compreso tra il 2006 e il 2017.
Inchiesta sul piano pandemico: le indagini continuano senza sosta
Nel 2020, la procura di Bergamo avviò un’inchiesta sull’aggiornamento del piano pandemico dopo la pubblicazione di un documento dell’OMS, intitolato “Una sfida senza precedenti. La prima risposta dell’Italia al Covid”, redatto dall’ufficio europeo di Venezia. Il report evidenziava sia i successi che gli errori dell’Italia nella gestione della pandemia, sostenendo che il piano pandemico italiano del 2017 fosse sostanzialmente uguale a quello del 2006 e non fosse stato aggiornato. Il documento fu rimosso dopo 24 ore. Francesco Zambon, coordinatore dell’OMS a Venezia, dichiarò di aver subito pressioni da Ranieri Guerra per modificare lo studio, affermando che il piano fosse stato aggiornato nel 2016.
Il gip di Roma ha disposto l’imputazione coatta per l’ex numero due dell’Organizzazione mondiale della sanità, ma anche per l’ex direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giuseppe Ruocco, e per due dirigenti del ministero della Salute, Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino.
La procura di Roma aveva richiesto l’archiviazione del caso nell’autunno del 2023, ma il giudice per le indagini preliminari ha stabilito che il pubblico ministero presenti entro 10 giorni l’imputazione per l’accusa di rifiuto di atti d’ufficio. I soggetti coinvolti sono ritenuti responsabili del mancato aggiornamento del Piano pandemico nazionale del 2006 e della mancata elaborazione dei relativi piani di dettaglio.
Sono state archiviate, invece, le posizioni di Silvio Brusaferro, dell’ex capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e di altri dirigenti, accusati di falsità ideologica, truffa e rifiuto di atti d’ufficio. Le accuse riguardavano presunte dichiarazioni false nelle autovalutazioni inviate all’OMS sulla preparazione dell’Italia a una pandemia, in contrasto con le linee guida ignorate.
Le parole del legale di Ranieri Guerra
L’avvocato Roberto De Vita ha dichiarato che l’imputazione coatta nei confronti del suo assistito, Ranieri Guerra, contraddice chiaramente l’accurata indagine e le conclusioni della Procura, che aveva richiesto l’archiviazione del caso.
“La decisione del gip di Roma appare basata su una prospettiva di esplorazione dibattimentale ipotetica per il professor Guerra che aveva cessato le sue funzioni nel 2017“, afferma il legale all’AGI.