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Inchiesta su turbativa d'asta a Milano: relazioni sospette tra progettisti

Inchiesta su turbativa d'asta a Milano con progettisti coinvolti

Scoperte inquietanti emergono dall'inchiesta della Procura di Milano su presunti conflitti d'interesse.

Un’inchiesta che scuote Milano

Negli ultimi mesi, Milano è stata al centro di un’inchiesta che ha messo in luce presunti casi di turbativa d’asta e conflitti d’interesse. La Procura della Repubblica, insieme alla Guardia di Finanza, ha avviato un’indagine approfondita su un bando di progettazione che ha sollevato numerosi interrogativi. Al centro della vicenda ci sono le relazioni tra i membri della commissione giudicatrice e i progettisti coinvolti, che potrebbero aver influenzato l’esito della gara.

Messaggi compromettenti e incontri segreti

Le indagini hanno rivelato un elevato numero di comunicazioni tra i membri della commissione e i progettisti. In particolare, sono stati rinvenuti oltre mille messaggi scambiati in sei anni tra uno dei progettisti, Tamburelli, e i membri della commissione, Boeri e Zucchi. Questi messaggi, alcuni dei quali contengono frasi ambigue e richieste di rassicurazioni, sollevano dubbi sulla trasparenza del processo di selezione. In un messaggio, Tamburelli invita Zucchi a “fare un buon lavoro” e a “leggere attentamente”, suggerendo che ci fosse un interesse a influenzare le decisioni della commissione.

Il ruolo della commissione e le accuse di favoritismo

Le accuse di favoritismo si intensificano quando si scopre che il progetto inizialmente escluso dalla selezione, il numero 29, è stato reintegrato grazie al supporto di Zucchi. Questo cambiamento ha portato alla vittoria del progetto, alimentando ulteriormente i sospetti di collusione. I pubblici ministeri hanno sottolineato come i membri della commissione abbiano attribuito voti identici ai vari progetti, un fatto che non può passare inosservato e che richiede ulteriori accertamenti. Inoltre, è emerso che i rapporti tra i commissari e i professionisti del team vincitore erano significativamente più numerosi rispetto a quelli con gli altri partecipanti, sollevando interrogativi sulla correttezza del processo di selezione.

Le reazioni e le prossime mosse

Nonostante le evidenze raccolte, il giudice per le indagini preliminari ha respinto le richieste di arresto immediato, ritenendo che non ci fosse pericolo di inquinamento probatorio. Tuttavia, le indagini continuano, con perquisizioni e sequestri di dispositivi elettronici per raccogliere ulteriori prove. La situazione rimane tesa, con i membri della commissione che si preparano a difendersi dalle accuse, mentre la città di Milano attende risposte chiare su un caso che potrebbe avere ripercussioni significative sulla reputazione delle istituzioni coinvolte.