Incastrato in acqua in canoa per oltre un’ora, Andrea muore a 14 anni: “Soccorsi inadeguati”

Andrea Demattei muore a 14 anni incastrato in acqua per oltre un’ora dopo che la sua canoa aveva urtato un tronco nei flutti dell'Entella: l'indagine

Incastrato in acqua in canoa per oltre un’ora, Andrea Demattei muore a 14 anni: “Soccorsi inadeguati”.

Un allenamento nel fiume Entella a Genova finisce in tragedia e la famiglia chiede chiarezza. Il ragazzino di Sestri Levante è rimasto vittima di un terribile incidente durante “un’uscita organizzata con un istruttore”, come spiega Fanpage. I familiari spiegano che Andrea  “ha lottato come un leone” ma purtroppo il 14enne è deceduto dopo quattro giorni di agonia all’ospedale Gaslini

Andrea muore incastrato in acqua

E i genitori, straziati, hanno dato il consenso alla donazione degli organi di Andrea, secondo  la direzione dell’Istituto Gaslini.

Sulle circostanze del decesso dovrà indagare la procura  che ora ipotizza il reato di omicidio colposo. Il magistrato vuole capire se le acque del fiume Entella fossero navigabili dopo la piena. Poi se la canoa utilizzata dal minore fosse idonea e “se tutti avessero le protezioni richieste”, come spiega Fanpage.  Lo storico dice che Andrea era con quattro compagni e l’istruttore della sua squadra per una sessione di allenamento.

Ad un certo punto però la canoa aveva urtato un tronco e si era ribaltata. Il giovane era rimasto incastro nella canoa tra i rami e un pilone del ponte della Maddalena. 

Il soccorso immediato dell’istruttore

L’istruttore aveva subito soccorso Andrea tenendogli la testa fuori dal pelo dell’acqua ma quella posizione il giovane l’aveva tenuta per oltre un’ora: poi i vigili del fuoco sommozzatori avevano aperto un varco con motosega e verricello e lo avevano liberato.

In eliambulanza e in condizioni severe Andrea era arrivato poi al Gaslini dove era spirato in rianimazione. I suoi familiari vogliono chiarezza sui soccorsi perché per loro “non ci sarebbe stato alcun coordinamento, se avessero agito diversamente le condizioni di Andrea non sarebbero state così disperate“. Ha scritto lo zio Federico Stagnaro sui social: “Ci tenevo a precisare che Andrea è stato un leone ed ha combattuto in acqua per un tempo infinito, con lui, il suo istruttore, al quale va tutta la nostra riconoscenza”.