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Si chiama AIA, Associazione interprofessionale agenti (https://aiaitalia.it/), e punta a rappresentare un comparto che coinvolge almeno un milione di operatori delle professioni non organizzate (non regolate da ordini professionali). Un obiettivo ambizioso quello di Paolo Bellini, suo fondatore nel luglio scorso, insieme con Lorenzo Salvadori Amedei e Gianluigi Longo. Ma necessario, vista l’interazione fra le varie professioni e il bisogno di tutela e garanzia che le accomuna.
Un’associazione che mira a far riconoscere, formare, valorizzare professioni che si scontrano spesso con un quadro normativo nebuloso e differente a seconda delle regioni. Associazione che che vuole promuovere una categoria di professionisti preparati e competenti, e punta all’allargamento dei crediti formativi obbligatori.
Paolo Bellini, chi è il fondatore di AIA
Bellini è nel settore immobiliare da lungo tempo. Nel 1992 fonda Anama, Associazione nazionale degli agenti e mediatori d’affari presente in tutta Italia. Oggi è vicepresidente nazionale e membro attivo della Consulta Nazionale dell’Intermediazione Immobiliare, nella quale ha svolto il ruolo di coordinatore nazionale del sodalizio, composto dalle associazioni di categoria degli agenti immobiliari (Fimaa – Fiaip – Anama). Fra le sue numerose cariche ha ricoperto anche quella di Strategic advisor di Gabetti Property Solutions Spa, la holding della società immobiliare quotata alla Borsa di Milano fino al 31 dicembre 2016.
«Anama rappresenta la storia – racconta a Notizie.it – AIA è invece l’associazione nuova che guarda al futuro, digitale, autonoma, con una visione allargata del comparto degli agenti. Ci candidiamo a rappresentare circa un milione di professionisti ed imprese che operano nel campo immobiliare, creditizio, assicurativo, dell’amministrazione di condominio, commerciale e dell’efficientamento energetico degli immobili».
Aia, cos’è e quali sono gli obiettivi
Il suo primo obiettivo è far decollare il praticantato quale seconda via di accesso alla professione di agente immobiliare, con un tirocinio di 12 mesi a livello nazionale e il riconoscimento del registro speciale dei praticanti in collaborazione con il Movimento Difesa del Cittadino. In effetti, oggi il monte ore formativo varia da regione a regione. Ad esempio, in Veneto è di 200 ore, mentre in Calabria si dimezza a 100. E per questo Bellini intende discuterne in Conferenza delle Regioni delle Province autonome.
Il secondo traguardo da raggiungere, che viaggia in parallelo, e sembra imminente, è il riconoscimento di AIA come associazione professionale al Mimit, Ministero delle Imprese e del Made in Italy. “A quel punto potremo formare, ad esempio, gli energy manager, rilasciare loro attestati di qualifica professionale che potranno essere spesi adeguatamente sul mercato”. Colpisce l’organizzazione dell’Associazione strutturata in cinque dipartimenti: agenti immobiliari e property finder; mediatori del credito e agenti in attività finanziaria; agenti e broker assicurativi; amministratori di condominio e property manager; agenti e rappresentanti di commercio. Non manca poi un centro studi composto da esperti come docenti universitari, avvocati, politici, impegnati nello studio normativo, nell’analisi del mercato, analisi statistiche, trend.
Agenti immobiliari, lotta agli abusivi
Ma era proprio necessaria un’altra associazione degli agenti immobiliari e professioni del mattone? «Sì – risponde deciso Bellini – perché abbiamo analizzato a fondo l’inefficacia dei percorsi già intrapresi da altre realtà, e, ripeto, la carenza normativa e organizzativa esistente».
Bellini, come detto, punta molto sull’istituzione del registro speciali dei praticanti riservato ai collaboratori delle agenzie immobiliari, “dove saremo uniti al Movimento di Difesa del Cittadino, che avrà il compito di vigilare per far emergere il cosiddetto abusivismo di settore”. Ma anche promuovere l’aggiornamento continuo, e il recepimento delle Direttive europee.
La quota di adesione ad AIA è di 199 euro, l’obiettivo è raggiungere i 5.000 associati entro il 2027.