È da poco terminata l’udienza al tribunale di Budapest per discutere la richiesta degli arresti domiciliari di Ilaria Salis.
L’insegnante, in carcere ormai da più di un anno, purtroppo dovrà continuare la sua permanenza in prigione, perché tale richiesta è stata respinta. Secondo il giudice, il pericolo di una fuga è ancora presente.
Le circostanze non sono cambiate
Il tribunale di Budapest risponde con un no alla richiesta degli arresti domiciliari per Ilaria Salis. Una decisione che il giudice Jozsef Sós ha preso perché, secondo il suo punto di vista, le circostanze non sono cambiate ed il pericolo di una fuga della donna è ancora presente.
Anche questa volta l’insegnante è entrata in tribunale con manette ai polsi, catene e ceppi alle caviglie ma, cosa più agghiacciante, con una catena che veniva tirata come se fosse un guinzaglio da un agente.
Per l’ennesima volta la 39enne è stata trattata dalle autorità come se fosse un assassino o un criminale pericoloso, mentre in realtà è accusata di aver aggredito tre militanti di estrema destra.
Le reazioni della politica italiana
Antonio Tajani ha commentato lo stato in cui Ilaria Salis è stata portata in tribunale sottolineando come non sia stato un bel gesto. Ha poi aggiunto di evitare di politicizzare il caso e che lui è interessato alla donna in quanto cittadina e nient’altro.
Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito democratico, ha invece ribadito come il trattamento riservato all’insegnante sia un gesto di arroganza da parte di Orban verso l’Italia parlando di un vero e proprio insulto ai danni del nostro paese.