In apparenza fedele e morigerato, ammiratore dell’antica probità di costumi romana che tentò (invano) di ripristinare in epoca imperale con leggi apposite, Augusto era privatamente tutt’altro che irreprensibile; a parte la bisessualità, piuttosto frequente e accettata nell’ambito della società romana, pare che l’imperatore avesse anche il “vizio” delle giovanissime, soprattutto vergini.
Svetonio riporta il contenuto di una lettera scritta da Marco Antonio, nella quale egli prendeva ironicamente in giro Ottaviano proprio a causa di questa sua “passione”.
La moglie Livia ne era a conoscenza, e come tante altre donne dell’epoca sopportava, se non incredibilmente alimentava, il vizio del marito, al quale, sembra, procurava vergini per permettergli di saziare i propri bassi istinti.