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Il turismo italiano sotto attacco: il rischio di infiltrazione mafiosa

Immagine che rappresenta il rischio mafioso nel turismo italiano

Oltre 7mila aziende a rischio di infiltrazione mafiosa nel settore turistico italiano.

Il giro d’affari della criminalità organizzata nel turismo

Secondo uno studio recente di Demoskopika, il giro d’affari della criminalità organizzata italiana nel settore turistico ammonta a circa 3,3 miliardi di euro. Di questi, quasi 1,5 miliardi sono concentrati nelle regioni del Nord. Questo fenomeno preoccupante evidenzia come le mafie, in particolare la ‘ndrangheta, la camorra e Cosa Nostra, stiano infiltrando un settore cruciale per l’economia italiana, approfittando della crisi di liquidità che affligge molte imprese.

Le regioni più colpite dall’infiltrazione mafiosa

Le regioni italiane più vulnerabili a queste infiltrazioni includono Campania, Lombardia, Lazio, Puglia e Sicilia. La Campania, in particolare, si distingue per il numero elevato di strutture turistiche confiscate e per le numerose richieste di indagini antimafia. Con un punteggio di 122,0, la Campania è al primo posto per rischio di infiltrazione, seguita da Lombardia e Lazio. Queste aree presentano un alto numero di operazioni finanziarie sospette, rendendo il settore turistico un terreno fertile per le attività mafiose.

Le conseguenze per le imprese turistiche

Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, ha avvertito che oltre 7mila aziende nel settore turistico sono a rischio di diventare prede facili per i gruppi criminali. La combinazione di debiti erariali, prestanome legati ai clan e una crescente fragilità imprenditoriale crea un ambiente favorevole per il controllo mafioso. Eventi di grande richiamo come le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e il Giubileo 2025 potrebbero ulteriormente amplificare il rischio di infiltrazioni, rendendo necessario un intervento urgente da parte delle autorità competenti.