Il tifoso Beretta ha dichiarato di essere stato contattato dal gruppo Bellocco con intenti minacciosi.

Inchiesta su traffici illegali e accordo tra tifosi Inter e Milan: nuovi dettagli emergono, inclusi presunti legami con la 'ndrangheta e gestione del merchandising. Commissione antimafia del Parlamento interessata. Misure interdittive e arresti in corso.

L’inchiesta attivata a Milano continua a far luce su presunti traffici illegali, atti di violenza e un accordo tra i gruppi di tifosi di Inter e Milan, rispettivamente delle curve Nord e Sud.

Dalla documentazione emerge che Andrea Beretta, ex leader dei tifosi interisti e attualmente in carcere per l’assassinio di Antonio Bellocco, esponente della ‘ndrangheta e membro del direttivo della curva, sarebbe stato “invitato, tra giugno e luglio, presso l’abitazione di Bellocco”. In un incontro nei garage della zona, Beretta ha trovato “due rappresentanti” del clan, i quali gli avrebbero fatto “intimidazioni dirette, sempre legate alla gestione del merchandising”.

Questa informazione è riportata in un’integrazione della richiesta di misura dell’inchiesta sui gruppi di tifosi, che sintetizza le dichiarazioni di Beretta e le conclusioni degli investigatori riguardo quell’incontro, avvenuto il 23 luglio.

La commissione antimafia del Parlamento intende acquisire gli atti di questa inchiesta. È stata già presentata la richiesta e a breve potrebbe essere disponibile la documentazione. Nei prossimi giorni, si esamineranno anche possibili audizioni sulla questione.

Intanto, è stata quasi completata la notifica della prima ondata di misure interdittive relative alle manifestazioni sportive: si tratta di 24 Daspo che vanno da 3 a 10 anni, con la prospettiva che altre decine di provvedimenti possano essere emessi a breve.

Tra le accuse ci sono anche degli ultrà del Milan, coinvolti in vicende con “parcheggi a 30mila euro a partita”.

“1000 auto? … 30 mila per evento!!! Ooooh!!! Per evento! … Arriviamo a 80 mila al mese! Punto e basta! Punto e basta!!!”. Questo è quanto si sentiva tra gli ultrà del Milan, inclusi Luca Lucci, il leader della curva Sud, recentemente arrestato dopo un’operazione di polizia di tre giorni fa. Stavano discutendo a fine 2022 sul business dei parcheggi dello stadio di San Siro, che è al centro di un’indagine della Dda di Milano, insieme ad altri affari in cui le curve interista e milanista avevano stretto un “accordo”.

Ulteriori dettagli sull’inchiesta sono stati evidenziati in un’aggiunta alla richiesta di misura cautelare firmata dai pubblici ministeri Storari e Ombra. In particolare, si fa menzione dell’intercettazione riguardante i parcheggi, inclusa nel capitolo che esplora il “progressivo avvicinamento della Curva Sud a esponenti della criminalità organizzata calabrese”. Qui si fa riferimento a una persona legata a Lucci, ossia Rosario Calabria, “nato nel ’83, figlio di Antonio, appartenente alla famiglia di ‘ndrangheta operante nell’area milanese (Corsico/Buccinasco)”.

Nell’aggiunta, gli investigatori analizzano anche il rapporto tra Lucci e vari “artisti noti”, tra cui Fedez. Si accenna a “preliminari accordi per gestire i concerti di questi artisti sia a livello nazionale (soprattutto in Calabria) che internazionale, sfruttando l’intraprendenza del suo fidato collaboratore Hagag Islam”, anch’esso amico di Fedez e attualmente in carcere, “già in contatto con diversi imprenditori attivi nel settore, molti dei quali di origine calabrese”.