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Il teatro ai tempi di Luigi XVI e Maria Antonietta

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Commedia francese e commedia italiana a corte

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Possiamo considerare l’amore per il teatro una costante del regno di Luigi XVI e Maria Antonietta, fin dall’inizio; per i festeggiamenti in onore del loro sfarzoso matrimonio, ad esempio, fu nuovamente aperto il teatro di corte, rimasto chiuso cinque lunghi anni per lutto.

Esso divenne uno degli appuntamenti culturali fissi e di maggior partecipazione dell’intera corte, tanto che per due sere a settimana, escluso il periodo di quaresima, si davano rappresentazioni che si risolvevano sempre in un grande successo di pubblico.

Nelle recite dell’epoca si alternavano con cadenza più o meno precisa commedia francese e commedia italiana; riguardo quest’ultima, godevano allora di enorme seguito le opere di Carlo Goldoni, che in quel periodo risiedeva a Versailles.

Tutto questo durò finché la corte non si accorse dell’esistenza di un divertimento maggiore di quello di assistere alle rappresentazioni teatrali, ovvero farle da sé, recitando in prima persona sul palcoscenico di fronte a un ristretto uditorio.

La stessa regina Maria Antonietta si divertiva molto a vestire i panni di attrice, mentre il re, più timido e riservato, si limitava a fare lo spettatore e ad applaudire la vivace moglie con affetto.