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Arrivano nuove e buone notizie per gli italiani, soprattutto per chi lo scorso settimana non è riuscito a vedere la spettacolare aurora boreale.
Il ritorno dell’aurora boreale in Italia
Le macchie solari che hanno scagliato energia e gas verso la Terra lo scorso weekend, ruoteranno nuovamente verso di noi tra due settimane. Secondo gli esperti, inoltre, l’aurora boreale prevista sarà ancora più grande della precedente, in grado di generare più esplosioni.
Il Sole si sta avvicinando al cosiddetto “massimo solare”, un momento del ciclo di 11 anni in cui la sua attività è massima:
«Il gruppo di macchie solari AR3664 è molto complesso e lo vedremo sicuramente ritornare tra due settimane circa», ha affermato Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste.
Dove guardare l’aurora boreale
L’aurora boreale si diffonde quando i poli magnetici del Sole si invertono, un processo che crea macchie solari. Questo ciclo solare è il 25esimo da quando gli esseri umani hanno iniziato a osservare sistematicamente le macchie solari nel 1755.
I punti privilegiati per guardare questo fenomeno spettacolare sono quelli lontani dalle fonti di inquinamento luminoso: montagna, aperta campagna, spiaggia.
Le conseguenze del fenomeno dell’aurora boreale
Questo fenomeno non è, però, solo causa di belle luci, Ian Muirhead, ricercatore di sistemi spaziali presso l’Università di Manchester alla BBC, ha dichiarato:
«Siamo molto più dipendenti dal punto di vista tecnologico ora di quanto lo fossimo anche durante l’ultima grande tempesta del 2003. Molti dei nostri servizi provengono dallo spazio è il collante che tiene insieme gran parte della nostra economia».
Oltre alla loro bellezza, le aurore boreali possono avere anche alcune conseguenze: possono influenzare i sistemi di comunicazione e navigazione sulla Terra.
Durante l’aurora boreale dell’ultima settimana, infatti, i satelliti per il GPS e la navigazione presentavano disturbi del segnale poiché la radiazione extra pulsava verso la Terra, ha affermato l’ESA. E un volo da San Francisco a Parigi è stato deviato per evitare di sorvolare l’Artico, dove le radiazioni erano più forti.