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Il significato delle parole nel dialogo
Nel contesto attuale, il dialogo interreligioso assume un’importanza cruciale. Le parole, strumento fondamentale della comunicazione, portano con sé un peso significativo, specialmente quando si tratta di temi delicati come la fede e la storia. Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, ha sottolineato l’importanza di utilizzare un linguaggio consapevole e responsabile, in particolare durante la festività di Chanukka, che quest’anno coincide con il Natale. La sua riflessione invita a considerare come le parole possano costruire o distruggere, illuminare o oscurare, a seconda di come vengono utilizzate.
La distorsione delle parole e il rischio dell’oscurantismo
Di Segni ha messo in guardia contro la forza distruttiva delle parole distorte, che possono generare oscurantismo e pregiudizi. La sua critica, pur non menzionando direttamente figure religiose, si rivolge a chi utilizza la comunicazione per alimentare divisioni e conflitti. La presidente ha evidenziato come il buio di una guerra non debba essere attribuito a chi subisce il trauma, ma piuttosto riconosciuto come una condizione collettiva. In questo contesto, è fondamentale che le comunità si uniscano per affrontare le sfide comuni, piuttosto che cadere nella trappola della divisione.
Chanukka come simbolo di speranza e resilienza
Durante i giorni di Chanukka, Di Segni ha descritto Israele come un luogo di luce e speranza, nonostante le difficoltà. Le celebrazioni, ricche di iniziative e attività per i bambini, rappresentano un tentativo di recuperare il dolore e il lutto che caratterizzano la storia ebraica. La presidente ha esortato a non lasciarsi sopraffare dalla narrazione negativa che circola nei media, ma piuttosto a riconoscere il valore della comunità e della solidarietà. La sua chiamata all’azione è chiara: è necessario accendere le luci della verità e della giustizia, per contrastare il buio dell’ignoranza e dell’odio.