Pochi giorni fa, Papa Francesco ha visitato l’Europa secolarizzata dove non si celebrano più battesimi, e la religione sta perdendo terreno.
Durante il suo discorso alla Comunità Cattolica del Belgio nella Basilica del Sacro Cuore, il Pontefice ha sottolineato il passaggio dal cristianesimo come elemento sociale cardine a un cristianesimo di minoranza e testimonianza, che necessita una conversione coraggiosa della Chiesa. Nonostante la sua visita, Bruxelles non ha rallentato il suo ritmo, a conferma della distanza tra la città e il Vaticano. Infatti, è dal 1995, con la venuta di Papa Giovanni Paolo II, che nessun Papa visitava il Belgio.
Nonostante ciò, non sono state esposte in città le bandiere del Vaticano. La Basilica di San Michele e Santa Gudula ha esposto un manifesto della sua presenza, ma il resto dell’attività cittadina è proseguita come al solito, con turisti ignari e un concerto pop aperto al pubblico. Gli scandali hanno danneggiato la reputazione della Chiesa e le comunità religiose sopravvivono grazie agli immigrati accolti nel corso degli anni. La Chiesa Romana appare distante e irraggiungibile, tanto che la comunità cattolica stessa sta prendendo le distanze.
A breve verrà inaugurato in Vaticano il Sinodo che ha deciso di non trattare i temi più controversi, come il matrimonio tra sacerdoti o l’ordinamento delle donne.
Qui a Bruxelles, il Papa è stato criticato apertamente per la mancanza di attenzione verso le donne e la comunità Lgbt. Ieri il Rettore dell’Università Cattolica di Lovanio ha richiesto esplicitamente che le donne possano accedere al sacerdozio. Oggi, una lettera proveniente dall’Université Catholique de Louvain, sede francofona dell’ateneo, ha evidenziato non solo la questione dell’emergenza climatica, ma ha inoltre puntato il dito sulle donne che risultano “invisibili nella Chiesa”.
In risposta, il Papa sostiene che, nonostante le “ingiustizie”, la Chiesa “non è una multinazionale” e i ruoli sono parte di “una comunione”, una “relazione” interna, quindi uomini e donne non sono uno contro l’altro, ma l’uno per l’altro. Il Papa ha affrontato anche la questione dell’aborto. Anni addietro, un professore della stessa Università di Lovanio fu sospeso per i suoi commenti rigidi sull’interruzione della gravidanza.
Oggi, a Bruxelles, il Papa ha reso omaggio al defunto re Baldovino, che nel 1990 rassegnò le dimissioni temporaneamente per non apporre la sua firma su una legge riguardante l’aborto. Il Pontefice ha elogiato la sua decisione di “lasciare il suo ruolo di re per non firmare una legge omicida”. Francesco ha incoraggiato il popolo belga a seguire il suo esempio in questo periodo in cui “si stanno introducendo leggi criminali” e ha espresso il desiderio che il processo di beatificazione di Baldovino proceda.
Riguardo agli abusi, il Papa ha dimostrato sensibilità verso le vittime: ha ascoltato le loro richieste e promesso di indagare se ci sono persone che hanno protetto gli autori di questi crimini.
Chi ha vissuto violenze cerca giustizia anche attraverso una forma di compensazione. La Chiesa nel Belgio (e in Europa) deve quindi prepararsi a fare un grosso lavoro e tornare alle radici del Vangelo. E dare importanza ai più deboli, come il gruppo di persone senza casa che hanno condiviso la colazione con il Papa.
Gli hanno regalato una birra in segno di amicizia, come farebbero con un amico.