Tensione e delusione si respirano nel Partito Democratico dopo la frattura annunciata da Giuseppe Conte.
Durante un intervento televisivo, il leader del Movimento Cinque Stelle ha sancito la conclusione dell’alleanza ampia, imponendo un veto su Italia Viva per le elezioni regionali e mettendo in discussione l’atteggiamento della segretaria dem. Elly Schlein, però, non ha replicato. La sua strategia si concentra sui contenuti, evitando conflitti. Al Nazareno, rimane saldo l’impegno: “puntiamo a trionfare in tutte e tre le regioni al voto e a superare Giorgia Meloni”.
Le critiche all’interno del partito aumentano, con diverse voci che si oppongono al recente affondo di Conte nei confronti della coalizione di centrosinistra. Il presidente del partito, Stefano Bonaccini, definisce i veti di Conte come “intollerabili”. Inoltre, molti giudicano la posizione dell’ex premier come “sconcertante”. Debora Serracchiani sottolinea: “rispettiamo le decisioni delle nostre federazioni locali, speriamo che il presidente Conte si renda conto che le scelte imposte da Roma non sempre si rivelano fruttuose”.
L’intervento della responsabile della segreteria del Pd non è casuale e suggerisce che la questione debba essere affrontata a livello locale. Non c’è l’intenzione, infatti, di entrare nelle controversie regionali. “In Emilia-Romagna, Michele de Pascale sta portando avanti un’azione di costruzione da mesi e c’è già un accordo in atto”, sottolinea. Questa Regione ‘rossa’ è quella in cui la coalizione si trova a fronteggiare maggiori incertezze, una realtà ormai riconosciuta da tutti.
Da un lato, Italia Viva insiste sul proprio simbolo, dall’altro il Movimento 5 Stelle rilancia le proprie richieste. “Il simbolo di Italia Viva sarà presente sulla scheda elettorale accanto a De Pascale, non accetteremo divieti”, afferma Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Iv. Campo Marzio risponde a tono: “La nostra partecipazione dipende dalla condizione che Iv e il suo simbolo non siano parte della coalizione, come stabilito nei primi accordi”.
Tensioni simili si fanno sentire anche in Umbria, anche se, grazie a una lista civica che unisce i centristi, non si prevedono cambiamenti significativi per il momento.
Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs cercano di mediare sulle intese regionali. Dichiarano che, per le elezioni regionali, intendono mantenere l’accordo programmatico e continuare a far parte dell’alleanza di centrosinistra, auspicando che anche il M5s segua la stessa strada. Tuttavia, la situazione si complica quando si sonda il conflitto tra i leader a Roma.
In questa cornice, Conte riunisce il vertice del M5s per sostenere che l’opposizione alla presenza di Renzi nella coalizione non è una questione personale, ma una questione politica fondamentale, condannando il ridursi della questione a una semplice polemica. Da Avs, tale posizione viene ritenuta giustificata. Bonelli e Fratoianni insistono: “Il Pd deve esprimere un chiarimento, il divieto di Conte su Renzi è una problematica politico-gestionale”. Un importante esponente del M5s critica: “Siamo in netta contrarietà con il leader di Iv, mentre il silenzio di Schlein diventa una complicità”.
Nel frattempo, la segretaria dem non abbandona il suo riserbo, preferendo concentrarsi sulle problematiche in agenda. Convoca una riunione della segreteria per discutere della situazione in Medio Oriente, sottolineando l’urgenza di un “cessate il fuoco immediato”. Successivamente, inizia una serie di incontri con diverse associazioni, da quella del Terzo settore a Confindustria, fino alle associazioni imprenditoriali. Fonti del Pd commentano: “In questo modo stiamo costruendo l’alternativa all’interno del centrosinistra”.