Argomenti trattati
Yehia Elgaml, padre di Ramy, il giovane morto al Corvetto di Milano mentre fuggiva dai carabinieri in scooter, ha condannato la violenza e si è dissociato dai roghi scoppiati nella zona.
Le sue parole rilasciate all’ANSA.
Il padre di Ramy interviene sui roghi al Corvetto di Milano
Yehia Elgaml, padre di Ramy, il 19enne morto in scooter durante un inseguimento con i carabinieri, nella notte tra sabato e domenica, a Milano, ha dichiarato:
“Abbiamo fiducia nei magistrati e non vogliamo vendetta ma sapere cosa è successo. Ci dissociamo da tutti i violenti. Ramy ormai era più italiano che egiziano“.
Dopo tre giorni di tensioni e disordini, la notte scorsa al quartiere Corvetto di Milano è stata caratterizzata dalla calma.
Il sindaco Giuseppe Sala difende Milano: si accende lo scontro politico
Il sindaco di Milano, nel pomeriggio di mercoledì, ha dichiarato ai giornalisti, a margine dell’inaugurazione di un nuovo centro per migranti, di aver chiesto e di continuare a chiedere una maggiore presenza delle forze dell’ordine in città, in attesa di incontrare il prefetto.
Inoltre, ha annunciato che inviterà a Palazzo Marino i genitori e la famiglia di Ramy.
“È un quartiere più difficile di altri senza buttare nessuna croce addosso al Corvetto ma tutte le situazioni vanno affrontate. Certo che siamo preoccupati ma al contempo sappiamo che certe situazioni fanno parte anche della complessità del mondo che viviamo. Milano resterà una città accogliente“.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha parlato di “emergenza nazionale”, sollevando il problema delle baby gang e della mancata integrazione delle seconde generazioni.
“Serve anche che la giustizia faccia il suo corso, perché 70 teppisti che lanciano sassate contro i carabinieri non possono essere considerati semplicemente giovani esuberanti: è un crimine“.
Anche il governatore lombardo, Attilio Fontana, ha espresso preoccupazione per le forme di ribellione dei giovani di seconda e terza generazione, chiedendo una risposta forte da parte delle istituzioni.
La morte di Ramy a Milano: le indagini
In attesa dell’autopsia, prevista per venerdì, il quartiere Corvetto rimane sotto sorveglianza, mentre il Ministero dell’Interno ha dispiegato 500 unità delle forze dell’ordine in tutta Milano.
Le indagini sulla morte del giovane proseguono. Una telecamera avrebbe registrato il momento dell’incidente, ma non è ancora chiaro se ci sia stato un contatto tra l’auto dei carabinieri e il Yamaha Tmax in fuga, poiché, secondo gli accertamenti attuali, la telecamera non avrebbe ripreso tale dettaglio.