Da più di un secolo, la storia de Il Mago di Oz, nata dalla penna di Baum, ci fa sognare sia come libro, che come trasposizioni cinematografiche e teatrali.
Continua ad affascinare, sebbene sia stato dato alle stampe 116 anni fa, esattamente nel 1900: The Wonderful Wizard of Oz, ovvero il Meraviglioso Mago di Oz, o più semplicemente, il Mago di Oz, è l’opera più famosa dello scrittore statunitense L. Frank Baum, la capostipite di una serie composta da molti altri romanzi destinati ai ragazzi, sviluppati anche da romanzieri diversi.
Ne Il Mago di Oz i personaggi principali si muovono in un mondo di fantasia dove, nell’anno 1847, la casa in Kansas della ragazzina protagonista, Dorothy, atterra per caso dopo essere stata sradicata dalle sue fondamenta a causa di un violentissimo tornado.
La bambina, rimasta imprigionata nell’abitazione insieme al suo cagnolino Toto, mentre gli zii trovano riparo in un rifugio, viaggia così attraverso il cielo, fino alla Terra Blu dei Munchin (in italiano, Terra dei Mastichini, dei Succhialimoni o dei Ghiottoni, a seconda delle diverse edizioni): sotto il pavimento, nello schianto, rimane schiacciata la malvagia Strega dell’Est.
Le donne dotate di poteri magici nella Terra di Oz, però, sono quattro come i punti cardinali e, dopo la morte di quella dell’Est, l’altra Strega cattiva, quella dell’Ovest imperversa liberamente, contrastata a stento dalle due “colleghe” buone del Nord e del Sud, che aiuteranno invece Dorothy nel suo cammino irto di pericoli verso la strada di casa.
La bambina, seppure non direttamente responsabile della morte della Strega dell’Est, viene per questo premiata da quella del Nord con le scarpette d’argento che la malvagia vittima indossava prima di rimanere schiacciata e con un bacio sulla fronte che la proteggerà da ogni male. Per ricongiungersi con gli zii in Kansas, però, su consiglio della stessa Strega buona, Dorothy dovrà recarsi alla Città di Smeraldo e farsi ricevere dal Mago di Oz, mettendosi in cammino su una lunga strada lastricata di mattoni gialli.
Proprio su questo sentiero avviene l’incontro con gli altri protagonisti della storia, anch’essi diretti dal Mago per ottenere ciò che manca loro: il Leone codardo vuole recuperare il coraggio, lo spaventapasseri ha bisogno di un cervello per riempire la sua testa di paglia e l’uomo di latta sogna di avere un cuore che gli batta nel petto di metallo.
Il quartetto, accompagnato dallo scodinzolante Toto, giunge alla Città di Smeraldo, dove tutto appare verde grazie a degli speciali occhiali fatti indossare per non rimanere abbagliati dalla luce: ognuno dei personaggi ottiene udienza dal Mago che promette di aiutarli a realizzare i rispettivi desideri solo se porteranno a termine la missione di eliminare la Strega dell’Ovest, la cattiva rimasta in vita, che governa la Terra Gialla degli Winkies (nelle traduzioni, Terra dei Gialloni o dei Martufi).
Tra lupi famelici e api assassine neutralizzati dall’ascia e dall’armatura dell’uomo di latta, cornacchie ammazzate dallo spaventapasseri, Winkies spaventati dal possente ruggito del leone, Dorothy e compagnia sembrano cavarsela egregiamente fino all’arrivo delle scimmie volanti, scatenate dal poter di un magico cappello d’oro posseduto dalla Strega: gli esseri alati riescono a smontare pezzo per pezzo lo spaventapasseri e l’uomo metallico e a rapire la bambina, il cane ed il leone per condurli al cospetto della loro padrona.
Dorothy non sa di avere ai piedi delle scarpette magiche che hanno il potere di farla arrivare ovunque e la Strega le vuole ad ogni costo, ma non può fare del male alla bambina poiché protetta dal bacio della sua rivale del Nord: aspettando il momento più propizio per agire, riduce allora la sua prigioniera in schiavitù e affama il leone per costringerlo a trainare il suo cocchio, non sapendo che di notte questi viene segretamente nutrito dalla sua piccola amica.
La svolta arriva quando la Strega riesce a sottrarre una delle scarpe a Dorothy: la ragazzina si arrabbia al punto tale da lanciare addosso alla sua aguzzina una secchiata d’acqua, cosa che ne provoca l’immediato discioglimento e la conseguente morte, sotto gli occhi attoniti dei presenti. Per ringraziare la loro nuova eroina che li ha liberati dalla tiranna, gli Winkies, ormai ex sudditi della Strega dell’Ovest aiutano Dorothy a riassemblare sia lo spaventapasseri che l’uomo di latta: grazie alla magia del cappello d’oro, il quartetto così ricomposto riesce a farsi trasportare dalle scimmie volanti di nuovo alla Città di Smeraldo, dove il Mago di Oz dovrebbe onorare le promesse fatte.
Una brutta sorpresa attende, però, i protagonisti: colui che si fregia del titolo di Mago, infatti, è solo un comune cittadino statunitense, un attempato ventriloquo privo di qualsiasi potere, originario di Omaha, nel Nebraska e finito ad Oz per caso, dopo che la sua mongolfiera era stata disancorata da terra a causa di fortissime raffiche di vento e, in balia delle correnti ascensionali, era finita in quella zona…
Davanti alla cocente delusione delle persone che aveva illuso, il sedicente Mago trova comunque un sistema per accontentarle: ricava uno sportellino nel petto dell’uomo di latta e vi infila un cuore fatto di seta rossa e imbottito di sabbia, fa mangiare al leone una corroborante cucchiaiata di miele, e riempie la testa dello spaventapasseri con una poltiglia fatta di crusca e spilli che fungerà da cervello.
Costruisce poi una mongolfiera con la quale ricondurre Dorothy ed il suo cane in Kansas, decidendo di partire con loro, ma qualcosa va storto e il vecchio ventriloquo prende il volo da solo…
La bambina comincia a perdere le speranze di rivedere la sua terra e gli amati zii, ma i suoi compagni di avventura decidono di restare al suo fianco, rinunciando ognuno alle cariche offerte loro per aver sconfitto definitivamente il male ad Oz.
Una sentinella dai curiosi baffi verdi consiglia alla ragazzina di recarsi dall’unica Strega che ancora non aveva incontrato, quella del Sud, che si chiama Glinda: nel viaggio non mancano nuovi pericoli micidiali, neutralizzati di volta in volta da uno dei componenti del quartetto e dal provvidenziale aiuto delle scimmie volanti.
Giunta al palazzo della Strega buona, Dorothy finalmente scopre di avere la soluzione dei suoi problemi letteralmente ai suoi piedi, grazie alle magiche scarpette d’argento: dopo aver salutato con calore e la malinconia tipica degli addii tutti i suoi nuovi amici, la bambina prende tra le braccia il cane Toto, batte tre volte tra loro i tacchi delle scarpe e, magicamente, torna finalmente a casa.