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Il governo italiano fa marcia indietro sugli stipendi dei ministri

Immagine del governo italiano che rivede stipendi ministri

Il governo cerca di evitare polemiche mentre si avvicina la scadenza della manovra

Un passo indietro necessario

Il governo italiano si trova a dover affrontare una situazione delicata riguardo agli stipendi dei ministri non parlamentari. Dopo un intenso dibattito e diverse polemiche, è emersa la decisione di ritirare l’emendamento che prevedeva un aumento dei compensi per questi membri dell’esecutivo. Il titolare della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso la sua opinione a favore della proposta, ma ha anche riconosciuto l’importanza di evitare conflitti inutili in un momento cruciale per l’approvazione della manovra finanziaria.

Le dinamiche politiche in gioco

La scelta di ritirare l’emendamento è stata dettata dalla necessità di mantenere un clima di collaborazione all’interno della maggioranza e di facilitare il lavoro della commissione Bilancio alla Camera. La manovra, infatti, è attesa in Aula il 18 dicembre, e il governo punta a ottenere il via libera definitivo entro Natale. Tuttavia, la decisione ha messo in luce una spaccatura con le opposizioni, che potrebbero ostacolare il processo con azioni di ostruzionismo. La tensione è palpabile, e il ministro Crosetto ha chiesto ai relatori di trovare una soluzione per calmare le acque.

Emendamenti e misure in discussione

Durante la notte, sono stati approvati numerosi emendamenti, tra cui un fondo per il servizio di sostegno psicologico nelle scuole e un incremento della detassazione delle mance per il personale dei ristoranti. Tuttavia, è saltato l’incremento delle tariffe autostradali previsto per il 2025, evidenziando ulteriori complicazioni nel percorso della manovra. Le opposizioni, rappresentate da leader come Elly Schlein e Giuseppe Conte, continuano a chiedere maggiori fondi per il Sistema sanitario nazionale, ma le loro richieste sono state respinte. La situazione rimane complessa e il governo deve affrontare una serie di sfide per garantire l’approvazione della legge di bilancio.