Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, è stato arrestato perché dalle indagini durate più di 4 anni, sono emersi episodi di corruzione.
In particolare, avrebbe svenduto la propria attività in cambio di finanziamenti da parte di diversi imprenditori.
Giovanni Toti arrestato
Dopo 4 anni di indagini, le quali hanno colpito una decina di persone fra Genova e La Spezia, il governatore della Liguria, Giovanni Toti, è stato arrestato.
Dalle intercettazioni sono emersi colloqui gravi con esponenti di Cosa Nostra, in particolare alcune parole come: “Ci serve una mano per le elezioni”.
In poche parole, l’accusa è quella di corruzione.
Giovanni Toti è accusato di essere venuto meno ai propri doveri istituzionali, questo è quello che si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.
Anche alcune personalità politiche a lui vicine sarebbero coinvolte, in particolare il braccio destro Cozzani, indagato per presunti rapporti con la mafia.
Le indagini su Giovanni Toti: il meccanismo di corruzione
In tutto, le indagini hanno colpito una decina di persone, come l’ad di Iren, Paolo Emilio Signorini, l’imprenditore del porto Aldo Spinelli e appunto Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti.
Le opposizioni chiedono le dimissioni, la Meloni non si espone.
I giudici hanno evidenziato un quadro di allarmante abitualità. Il meccanismo corruttivo era ben collaudato. Tutto sarebbe iniziato nel 2020 per le elezioni regionali.
Toti avrebbe rastrellato fondi per oltre 74mila euro, mettendosi d’accordo con imprenditori per ricevere appunto una mano per le elezioni.
In particolare, il governatore avrebbe detto ad Aldo Spinelli: “Abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle, ora facciamo la pratica, si può costruire.
Così parliamo un po’ che ora ci sono le elezioni, abbiamo bisogno di una mano”.