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Il Garante delle carceri ha riferito che dal principio del 2024, ci sono stati 67 suicidi nelle prigioni, un incremento di 19 rispetto all'anno 2023.

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Nel 2024, fino a metà settembre, si sono verificati 67 suicidi in carcere secondo il Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà. Questo numero è molto più alto rispetto ai precedenti anni. La maggior parte dei suicidi (43%) erano di persone condannate. Circa la metà delle persone era accusata o condannata per reati violenti, inclusi omicidi, abusi domestici e aggressioni sessuali. Il 52% dei suicidi è avvenuto nei primi sei mesi di detenzione e vi erano indicazioni di fragilità o vulnerabilità in molti dei casi. Infine, la maggior parte dei suicidi si è verificata in sezioni a custodia chiusa.

Dal Focus sui suicidi in carcere per l’anno 2024, aggiornato al 16 settembre dal Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà, si riscontra che dal primo gennaio a metà settembre si sono verificati 67 suicidi in prigione, 2 dei quali all’esterno dell’istituto. Questo numero è significativamente più alto rispetto allo stesso periodo del 2023, che ha registrato 48 suicidi, e del 2022, con 7 decessi.

Riguardo ai dettagli dei 67 suicidi, 29 erano di persone che erano state condannate in via definitiva, rappresentando il 43% del totale. 9 individui avevano almeno una condanna definitiva e altri procedimenti legali in corso, in una condizione definita come “mista con definitivo”. In attesa del primo processo, erano 24 persone, con l’aggiunta di 2 recidivi, 2 ricorrenti in appello, e un internato temporaneo.

La metà delle persone incarcerate (51%) era accusata o condannata per reati contro la persona, inclusi 13 per omicidio (tentato o effettivo), 8 per abusi domestici e 4 per aggressioni sessuali. Seguivano crimini contro la proprietà con 23 (34%), 5 legati al narcotraffico. Gli altri reati, non rilevanti statisticamente, includono reati legati all’immigrazione clandestina (1), detenzione di armi (2), complicità in crimine (1), atti di persecuzione (1), e un caso in cui non è disponibile tale informazione.

Dai dati esaminati emerge che, dei detenuti che hanno fatto ricorso al suicidio, il 52% (35 persone) ha posto fine alla propria vita nei primi sei mesi di reclusione. Tra questi, 7 casi sono avvenuti entro i primi 15 giorni e 5 addirittura nelle prime 5 giornate di detenzione. Nell’analisi dei suddetti eventi, sono stati identificati potenziali indicatori di fragilità o vulnerabilità: si scopre così che il 54% (36 individui) era coinvolto in altre situazioni di crisi, di questi il 24% (16 persone) aveva espresso in passato almeno un tentativo di suicidio. Inoltre, 14 detenuti (21% dei casi) erano sottoposti all’esame della “grande sorveglianza”, e tra questi 5 al momento del suicidio.

Quanto ai luoghi in cui si sono verificati i suicidi, questi riguardano 46 istituti (che rappresentano il 24% dell’intero sistema penitenziario), inclusi 41 Case circondariali e 5 Case di reclusione. Va sottolineato che la maggior parte dei suicidi (85%), ovvero 57 casi, è avvenuta in sezioni a custodia chiusa. Solo il 15% dei casi (10 situazioni) si è verificato in celle a custodia aperta.