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Il decreto sicurezza e la sua incostituzionalità: la voce dei giuristi italiani

Giuristi italiani discutono il decreto sicurezza

Un appello di 237 giuristi contro la violazione dei diritti costituzionali

Un appello forte e chiaro

Oggi, un gruppo di 237 giuristi italiani, tra cui tre presidenti emeriti della Corte Costituzionale, ha lanciato un appello pubblico contro il “Decreto Sicurezza”. Questo provvedimento, secondo i firmatari, non solo viola la Costituzione italiana, ma rappresenta anche un attacco diretto ai diritti fondamentali dei cittadini.

La denuncia è stata pubblicata sulle pagine de La Stampa, sottolineando l’urgenza di una riflessione profonda su come le leggi vengono approvate nel nostro Paese.

La questione della necessità

Secondo i giuristi, non esisteva alcuna necessità né urgenza per trasformare un disegno di legge in un decreto legge. Questo metodo, utilizzato frequentemente dal governo attuale, è visto come un modo per bypassare il dibattito parlamentare e le prerogative delle Camere. La critica si concentra sulla mancanza di trasparenza e di rispetto per i processi democratici, elementi fondamentali in una democrazia sana.

Le conseguenze per i diritti dei cittadini

Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, ha dichiarato che il decreto rappresenta una compressione dei diritti e delle libertà dei cittadini. La pregiudiziale di costituzionalità presentata dal suo partito è stata bocciata dalla maggioranza, ma Magi ha promesso che non si fermeranno. Sono pronti a intraprendere azioni nonviolente, inclusi ricorsi e referendum abrogativi, per contrastare quella che definiscono una torsione autoritaria del governo. Questo scenario solleva interrogativi cruciali sul futuro della democrazia in Italia e sulla protezione dei diritti fondamentali.