Il decreto legge sulla sicurezza genera reazioni: da Torino arrivano messaggi critici a Mattarella, additandolo come 'sovversivo'.

Oggi si è svolto un presidio in Piazza Castello a Torino contro il Ddl Sicurezza. Una delegazione di manifestanti è stata accolta in Prefettura, dove ha richiesto la revoca del decreto e presentato un documento della 'Rete liberi di lottare' al Presidente Mattarella. Secondo l'avvocato torinese Gianluca Vitale, membro della delegazione, la legge nega il diritto di dissenso e protesta, minando la democrazia. Durante la protesta, sono state sollevate altre questioni, tra cui il conflitto in Medio Oriente e l'opposizione a un progetto edilizio al Parco del Meisino.

Oggi in Piazza Castello a Torino si è tenuto un presidio contro il Ddl Sicurezza.

Alcuni manifestanti hanno fatto una delegazione e sono stati accolti in Prefettura, dove hanno chiesto di passare al governo la richiesta di revocare il decreto. Hanno inoltre richiesto di presentare un documento scritto dall’assemblea della ‘Rete liberi di lottare’ al capo dello stato, Sergio Mattarella. “Questa legge, come spiega l’avvocato torinese Gianluca Vitale, uno dei membri della delegazione, è subversiva dell’ordine costituzionale poiché tenta di negare completamente il diritto di dissenso, di protesta, di lotta.

Ma se una democrazia non accetta questo tipo di conflitto, allora non è più democrazia, diventa qualcos’altro”. Durante la protesta, sono stati esposti simboli e bandiere di vari partiti, movimenti come Rifondazione Comunista, No Tav, Non una di Meno, Coordinamento Piemonte dei diritti umani, anarchici. Il presidio ha offerto l’opportunità di portare avanti altre questioni di attualità come la richiesta di fermare “il genocidio” nel Medio Oriente o, a livello locale, l’opposizione alla costruzione di un edificio in un’area verde ai margini della città denominata Parco del Meisino.