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Un anniversario che segna la storia del soccorso in montagna
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) festeggia oggi un importante traguardo: il settantesimo anniversario dalla sua fondazione. Questo evento non è solo una celebrazione, ma un riconoscimento a decenni di impegno costante e straordinario al servizio della sicurezza delle persone in contesti montani e impervi. Fondato nel 1954, il Cnsas ha iniziato la sua attività con un numero limitato di interventi, ma nel corso degli anni ha visto crescere esponenzialmente il proprio operato.
Numeri che raccontano una storia di dedizione
Dal 1954 a oggi, il bilancio delle operazioni del Cnsas è impressionante: oltre 232.551 interventi effettuati, che hanno permesso di soccorrere un totale di 248.096 persone. Di queste, 81.184 sono state salvate senza ferite, mentre 145.881 hanno subito infortuni di varia gravità. Purtroppo, 18.483 deceduti sono stati recuperati, un dato che evidenzia la gravità delle situazioni affrontate dagli operatori. Negli ultimi dieci anni, il numero degli interventi ha eguagliato quello dei sessant’anni precedenti, dimostrando l’importanza crescente del Cnsas nel panorama del soccorso alpino.
Riconoscimenti e legami con il territorio
In questa giornata speciale, il Cnsas riceverà la Medaglia d’Oro al Merito Civile della Repubblica Italiana, un prestigioso riconoscimento che sottolinea il valore e il sacrificio degli operatori. Anche Papa Francesco ha voluto inviare un messaggio di auguri, evidenziando il rispetto e la stima guadagnati dal Corpo nel corso degli anni. Inoltre, il Comune di Belluno ha conferito al Cnsas la cittadinanza onoraria, un gesto simbolico che rafforza il legame tra il Corpo e il territorio montano, testimoniando l’importanza del loro operato per la comunità.
Il Cnsas non è solo un’organizzazione di soccorso, ma un simbolo di dedizione e altruismo, che continua a operare con passione e professionalità per garantire la sicurezza di chi vive e visita le montagne italiane. La celebrazione di oggi è un tributo a tutti coloro che, in questi settant’anni, hanno contribuito a scrivere la storia del soccorso alpino in Italia.