Il parere del Consiglio di Stato riguardo il regolamento per la definizione del quadro orario per gli insegnamenti e risultati degli studenti del nuovo percorso liceale del Made in Italy è stato temporaneamente sospeso. La decisione è stata presa il 27 agosto, in seguito all’analisi del rapporto inviato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito il 31 luglio. “L’opinione del Consiglio di Stato è temporanea e non finale. Oggi (giovedì, 12 settembre), abbiamo ricevuto il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni. Inoltre, il Consiglio di Stato non ha sollevato osservazioni significative, quindi non ci sarà alcun ‘arresto'”, ha affermato il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha assicurato che “il liceo proseguirà”.
Nel documento firmato da Sandro Menichelli, dal capo Paolo Troiano e dalla referente Alessandra Colucci, gli esponenti di Palazzo Spada sottolineano per prima cosa che “il ministero non ha presentato la preventiva consulenza della Conferenza unificata”. Questa mancanza riveste un significato fondamentale poiché “impedisce a questa Sezione (la Sezione Consultiva per gli Atti Normativi) di esprimere un giudizio basandosi su una completa comprensione dell’insieme di elementi di valutazione legati alla proposta di intervento normativo”. Rispetto all’inciso 1, i magistrati propongono di modificare l’ordine delle parole “approfondire e sviluppare” perché “le competenze e le capacità” sono primariamente oggetto di sviluppo e solo in un secondo momento di approfondimento. Altre questioni emerse riguardano l’espressione “garantisce il supporto al potenziamento e all’estensione dell’offerta didattica”, dato che non è chiaro in che misura le parole “potenziamento” e “estensione” abbiano caratteristiche distintive.
Inoltre, il Consiglio di Stato ha espresso preoccupazione riguardo ai costi del liceo, notando che in merito a questo argomento, nel report tecnico di accompagnamento non viene precisato in modo esplicito che “tale regolamento non comporta nuovi o maggiori oneri per il bilancio pubblico”.
Urso ha annunciato che i primi corsi del liceo del Made in Italy sono già stati avviati. Questi licei, ha specificato Urso, si apriranno nelle prossime ore e durante i prossimi giorni, in linea con il calendario scolastico di ciascuna regione. Nonostante il breve tempo a disposizione, Urso afferma che il nostro paese ha svolto un lavoro straordinario nell’istituire un corso scolastico di tale importanza. Quest’anno, tuttavia, sarà un anno pilota in cui testare l’implementazione di questi corsi. Urso spera che tutti gli organi statali lavorino insieme per il bene del paese.
D’altra parte, il blocco del Consiglio di Stato al liceo del Made in Italy è una prova ulteriore dell’incapacità di Giuseppe Valditara. Il ministro, che parla spesso di ‘merito’, non è stato in grado di garantire un normale percorso burocratico, dimenticando un passaggio fondamentale come la Conferenza unificata. Inoltre, il ‘costo zero’ promesso riguardo alla riforma, non rispecchia la realtà. Ancora, il ministro è stato ripreso per il suo uso delle parole nei documenti ministeriali. Insomma, una figuraccia totale, l’ultima di una serie dopo il fallimento delle iscrizioni. Questo riflette l’incapacità del ministro e del governo Meloni di intervenire sulla scuola in modo organizzato e coerente. Sono solo capaci di sollevare bandiere ideologiche che alla prova dei fatti sono respinte dalle famiglie e dalle autorità indipendenti. Un vero peccato – così commentano Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato, membri del M5s in commissione Cultura alla Camera.
“La riforma precipitosa del liceo del Made in Italy, fatta soltanto per acquisire una copertina di un giornale, è stata inizialmente respinta dalle famiglie, e adesso è stata fermata dal Consiglio di Stato, segnando un’altro fallimento del governo Meloni”, ha commentato Irene Manzi, capo del Ministero dell’Istruzione del Partito Democratico. “La più alta autorità nella giustizia amministrativa – la quale esprime un giudizio obbligatorio e decisivo – ha sollevato critiche importanti che, di fatto, invalidano questa riforma mal concepita e pessimamente realizzata. In particolare, non è stato ottenuto il parere preliminare della Conferenza Stato-Regioni e non sono state considerate le risorse necessarie”.
“Ora, l’iter burocratico si protrarrà notevolmente e la grande riforma del nuovo liceo – ha proseguito il rappresentante del PD – viene posticipata a data indefinita. Tuttavia, erano già le famiglie, gli insegnanti e i dirigenti scolastici a segnare la fine di questa pseudo-riforma, aderendo in modo esiguo all’esperimento promosso dal ministero. Invece di imporre la sua visione ideologica nelle scuole, Valditara dovrebbe prestare più attenzione alle azioni del suo ministero”.